La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

Archivio per marzo, 2012

prendi la gialla


Anni fa la citta’ era tappezzata dai cartelloni pubblicitari di Esselunga, dei piccoli capolavori ingegnosi, dove  le banane si trasformavano in delfini

baccelli di piselli sembravano canoe

e i broccoli parevano dei boschi o venivano riproposti noti personaggi.

Adesso c’e’ una nuova campagna pubblicitaria della Chiquita, dove, con le banane, hanno “costruito” scarpe, il duomo di Milano ed un treno…il tutto per pubblicizzare non solo le banane, ma anche la linea gialla della metropolitana.


decreti salva e crescitalia

Dal sito di Paolo Barnard

Gli inganni del “risanamento” dello Stato e  del “pareggio di bilancio” spiegati a due pensionati.

 

Cara Signora Ida, Caro Signor Ugo.

Lo dovete sapere, il governo Monti vi sta ingannando, e con lui i telegiornali e i giornali. Vi abbassano la pensione tassandovi, tutto costerà di più dalla benzina ai servizi, siete già più poveri oggi, e domani sarà peggio, per voi e per tutti. Ecco cosa succede.

Quante volte avete sentito le parole “risanare i conti dello Stato, per tornare a crescere”? Ok, tante volte, ogni giorno in Tv. Bene. Signora Ida e Signor Ugo, in che modo il governo di Monti sta facendo il “risanamento”? Spendendo di meno per noi (i famosi tagli) e tassandoci di più. Ok. Ma cosa accade esattamente?

Accade che ciò che il governo non spende per noi (ad esempio servizi o stipendi e pensioni), saremo noi a doverlo spendere pescando nei nostri risparmi o facendo debiti, oppure facendo rinunce anche serie. Semplice, non si scappa. Ma attenti alla trappola: pescare dai risparmi significa impoverirsi un po’, fare debiti significa impoverirsi molto – fare rinunce significa esattamente la stessa cosa, cioè essere più poveri di prima. Risultato: milioni di cittadini diventano un po’ più poveri o molto più poveri. Ok?

Ma il governo che ci “risana” ha deciso che oltre a spendere di meno, ci tassa di più. Noi, che già siamo diventati tutti un po’ più poveri come detto sopra, dovremo anche sborsare altri soldi in tasse, sempre dai risparmi o soldi che non abbiamo. Cioè, sempre meno risparmi, e per molti ancor più debiti. Logicamente, sempre più poveri. Non si scappa.

Ma che fa la gente in massa se gli calano i risparmi o addirittura va a debito? Smette di spendere in tutto quello che non è proprio essenziale. Va meno al cinema, compra meno scarpe, non cambia l’auto, compra meno case, meno cosmetici, meno vestiti, rinuncia alla piscina dei figli, non compra più la carne come prima, beve meno vino, disdice l’abbonamento alle riviste, non ristruttura più la casa, va meno a mangiar fuori ecc. Voi direte: una vita più come ai vecchi tempi. Forse, ma state attenti che per ciascuna di quelle rinunce significa che altrettanti negozi e aziende vendono molto di meno o lavorano molto di meno, finiscono a fallire, tantissimi oggi. E cosa significa? Che tagliano gli stipendi, o licenziano, creano disoccupati, e magari non assumono vostra nipote, che si è laureata e non ha lavoro. Questo è come un effetto domino, cioè cade una pedina e iniziano a cadere tutte le altre, in tutt’Italia, e quindi sempre più impoverimento, che crea incertezza, che crea sempre meno lavoro, che crea sempre più impoverimento.

Badate bene. Eravamo partiti dallo Stato che fa il “risanamento”, PER IL NOSTRO BENE. Dove siamo arrivati? Ecco dove:

Masse di impoveriti in generale che spendono di meno, questo mette in crisi i negozi e le aziende, questo cala gli stipendi e crea più disoccupati, tutti costoro di nuovo spendono molto di meno, e la ruota ricomincia da capo, meno denaro che gira, meno stipendi, licenziamenti… Ma non dovevamo essere “risanati”?

Ah!, ma alla televisione hanno detto che questi sono i “sacrifici” necessari perché poi DOPO tutti torneremo a star meglio, ci sarà la “crescita”!  No, dico, Signora Ida e Signor Ugo, vi pigliano per scemi? Come faremo a iniziare a star meglio stando peggio? Cos’è, un trucco del mago Merlino? I soldi sbucheranno dall’orto, misteriosamente… ? Non c’è altra possibilità. Forse Monti è un mago.

Eh sì, perché guardate bene le cose: Monti ha anche deciso che lo Stato smetterà per sempre di darci più soldi di quello che ci tassa, e questo si chiama il “pareggio di bilancio”. Significa: lo Stato, da qui in eterno, ci darà ogni anno 100 soldi e ci tasserà per 100 soldi. A noi rimane ZERO. Addirittura Monti metterà questa regola nella Costituzione fra pochi giorni! Quindi ZERO soldi dallo Stato, e allora da dove verranno i soldi per la magica “crescita”? Da noi cittadini e dalle aziende? Ma come? Ci hanno impoveriti tutti per anni per fare il gran “risanamento”, come diavolo facciamo a inventarci i soldi che non abbiamo più?

Guardate la scena: in una stanza c’è il governo Monti, ci siamo noi cittadini e aziende, e c’è il resto del mondo, cioè le altre nazioni. Allora, per riassumere i concetti:

–       Monti come prima cosa ci toglie soldi e ci tassa di più, noi siamo più poveri (il “risanamento”)

–       poi Monti ci darà ZERO soldi (ne spende 100 e ci tassa 100, il “pareggio di bilancio”)

–       a quel punto noi cittadini e aziende dobbiamo trovarli da soli i soldi, ma siccome Monti ci ha tutti impoveriti e non possiamo inventarceli i soldi, siamo con le braghe in mano (la “crescita”!!)

–       Il resto del mondo ci guarda.

Fantastico, ci vuole un genio per pensare a una economia così.

Signora Ida e Signor Ugo, non si sta scherzando. Vi distruggono la vita in sto modo, e la distruggono ai vostri nipoti. E indovinate perché lo fanno? Sì, sì, fuoco, fuochino, esatto, perché così un nugolo di miliardari ne approfittano. Lo sapete questi speculatori quanto ci hanno rubato in tre anni, da quando c’è la crisi? 457 miliardi di Euro, spariti dall’Italia esattamente nel modo che vi ho descritto. Lei Signora Ida quanto prende di pensione?

Signora, faccia una cosa: prepari una torta al mascarpone, attraversi quella stanza e vada davanti a Mario Monti. Gliela spiaccichi in faccia. Poi gli dia anche un bel calcio negli attributi maschili… lei può farlo, a 78 anni non l’arrestano.

Io che non sono bocconiana, l’avevo capito da tempo…

 

 


Zerbini

Non c’è, anzi non c’era soltanto Emilio Fede, ed almeno lui ammetteva di essere fazioso…

Certi giornali, certi giornalisti sono solo asserviti ai poteri forti, comportandosi da scendiletti del potente di turno. E’ il caso delle fantomatiche lodi che Obama avrebbe fatto a Monti, e che invece il “Fatto” ha sbugiardato.

Obama nel suo discorso non solo non ha tessuto le lodi del nostro “beneamato” premier, ma nemmeno lo ha citato. Quando si dice fare lo zerbino… 


Voglia di pizza…

Lo so, è una mia piccola mania, ma a volte non so resistere all’impulso di raccattare i depliants che i negozi espongono fuori dall’esercizio per leggerli poi con calma a casa. Lo stesso facevo con la free-press, ma City è diventata introvabile, e là trovavo tante notizie interessanti sulle mostre che si tengono in città.

Tutta carta da buttare via, dice mio marito, non a torto!

Così mi sono ritrovata in borsa il volantino di “Pizzemporio”, preso in piazzale Segrino, all’angolo con via Borsieri, all’Isola, con un lunghissimo elenco di specialità, tra pizze, calzoni, focacce, baguettes, cornetti e simili, condite nei modi piu’ fantasiosi e gustosi.

Ma, in quart’ultima pagina, la sorpresa… L’elenco delle “pizze pazze” che definire pazze è davvero poco. Ecco l’elenco:

PIZZA DELCORAGGIOSO nutella, gorgonzola, ananas

PIZZA DELL’INCOSCIENTE nutella, gorgonzola, ananas, cozze, cipolle

PIZZA DEL DISPERATO nutella, acciughe, kiwi, aceto, parmigiano

PIZZA DELL’ESAURITO nutella, marmellata, tonno, tabasco, pesto, aglio, vongole, limone

PIZZA DEL FULMINATO maionese, nutella, salsiccia, rucola, marmellata, cozze

PIZZA DEL NARVALO nutella, friarelli, pesto, panna montata, aceto, balsamico

PIZZA DEL SUICIDA (pagamento anticipato) nutella, aglio, salsa rosa, origano, cozze, pere, cipolle, tabasco, panna montata

PIZZA LASSATIVA mozzarella, fagioli, prugne

PIZZA DELLO SFIGATO scegli una pizza, noi te ne portiamo un’altra

PIZZA DIMAGRANTE spiacenti, non siamo ancora riusciti ad inventarla

PIZZA BRUCIATA scegli una pizza, noi te la bruciamo

PIZZA DEL CORNUTO caramello, cipolle, pesto, aglio, pecorino, salmone, pere

PIZZA DELLA SUOCERA pesto, senape, nutella, wurstel, aglio, lattuga, panna montata, fragole, pepe e gamberi.

Beh, chissà perché dopo essermi fatta due risate mi è venuta voglia di una semplicissima margherita!


Cucina milanese, ma non solo

A Milano mangiare milanese o quantomeno lombardo diventa sempre più difficile. La città è invasa da sushi bar, da fast food (McDonald’s, Burghy, Break) da bar che servono cibi precotti, rivendite di kebab, paninerie e focaccerie. Anche i ristoranti per la maggior parte si sono adeguati: cucina internazionale nei locali più importanti, cucina italiana molto generica negli altri, ormai solitamente gestiti da cinesi. Quindi per gustare un buon risotto allo zafferano

con annesso ossobuco resta solo il “Matarel” di via Mantegazza, gestito dal signor Marco, mentre in cucina c’è la moglie, signora Elide, e là ci siamo andati l’ultimo lunedì. Il locale è vecchiotto ma piuttosto caratteristico, con affreschi alle pareti risalenti alla fine degli anni ’70.

Il risottino era d’obbligo, anche se ci sono anche le altre specialità, come la cassoeula, la busecca, i mondeghili, i rostin negaà, rìs e ràn…

Però al ritorno, dirigendoci verso largo Treves, dietro le vetrate abbiamo visto alcuni che mangiavano un bel piatto di paccheri.

La mia ascendenza “terrona” non ha saputo resistere, ed oggi ci siamo recati là. E’ sempre un franchising, “Anema e cozze”,

non è molto intimo come locale, ma comunque gradevole. Siamo entrati prestino, poco dopo mezzogiorno, e davvero i paccheri erano superbi, con un sughetto da resuscitare i morti, apprezzati anche dal meneghino DOC. Verso l’una, ecco la carica degli impiegati, che in pochi minuti hanno riempito il locale. Tutti in schiera, quasi tutti uguali, almeno gli uomini: sembravano fatti con lo stampino, camicia, cravatta e giacca rigorosamente scura, quasi una divisa, nonostante il caldo quasi estivo (oggi il termometro segnava 27 gradi!). Forse Milano è bella solo per chi non ci lavora, ma se la gode come noi.


se piangi…se ridi

Che piangano o che ridano, per noi la sostanza non cambia…sempre fregati restiamo!


Predicare bene e razzolare moooolto male

da “Italia Oggi” del 24 marzo scorso
senza commento alcuno!!!!
PRIMO PIANO
Un blog contro i licenziamenti in casa Cgil. Sugli statali Patroni Griffi riapre la partita
Ecco i furbetti dell’articolo 18
Sindacati e partiti già possono mandare via i propri dipendenti
 di Alessandra Ricciardi  

É il primo sindacato, la Cgil, pronto a scendere nelle piazze contro le modifiche all’articolo 18. Ma non è tenuto a rispettarlo. E non lo rispetta, tanto che è nato addirittura un blog di denuncia dal titolo eloquente licenziatidallacgil.blogspot.it. Il cui comitato, nei giorni in cui il segretario generale, Susanna Camusso, trattava a palazzo Chigi sulla riforma del mercato del lavoro e annunciava 16 ore di sciopero per dire no alle «intollerabili modifiche all’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori», scriveva: «Condividiamo pienamente e fortemente la posizione della Cgil sulla riforma del mercato del lavoro precisamente su due punti, licenziamenti discriminatori e licenziamenti disciplinari.

Nel contempo chiediamo alla Cgil di spiegarci perché questa posizione non vale per i suoi dipendenti e i suoi licenziati». La Cgil, così come tutti gli altri sindacati, è esentata dall’applicazione dell’articolo 18 nella parte in cui si prevede il reintegro sul posto di lavoro in caso di licenziamento individuale senza giustificato motivo. La legge n. 108/1990 ha espressamente escluso le organizzazione di tendenza, connotate da una forte identità ideologica, ovvero «datori di lavoro non imprenditori che svolgono senza fini di lucro attività di natura politica, sindacale, culturale, di istruzione ovvero di religione o di culto».

Insomma, le stesse categorie escluse dal pagamento dell’Ici sugli immobili: fondazioni, enti religiosi, partiti, sindacati. E così dalla Camusso a Oliviero Diliberto, il segretario dei comunisti italiani ed ex ministro della giustizia che non ci ha pensato due volte a farsi foto con signora, e relativa maglietta sulla «Fornero al cimitero», può accadere che la battaglia per garantire i diritti dei lavoratori si faccia fuori dalle porte di casa propria. Intanto un altro caso di sdoppiamento di posizioni sta per scoppiare ed è quello sull’applicazione dell’articolo 18 anche ai dipendenti statali. Il ministro della funzione pubblica, Filippo Patroni Griffi, ieri ha riaperto una partita che solo poche ore sembrava che il governo volesse chiudere. Nel corso di una conferenza ha affermato che sì, è necessario «creare quanto più possibile un’area comune» tra lavoro pubblico e privato e che il tema dei licenziamenti e della maggiore mobilità in uscita «probabilmente verrà portato al tavolo», quello già aperto su relazioni sindacali e contratti pubblici a Palazzo Vidoni. Patroni Griffi ha anche evidenziato però che si terrà conto di alcune peculiarità del pubblico, a partire da quelle costituzionali, ma la preclusione sugli statali non c’è. «Tale considerazione deve rafforzare le iniziative di contrasto e di lotta che il Comitato Direttivo nazionale della Cgil ha già deciso», commentava Nicola Nicolosi, segretario confederale della Cgil con delega al lavoro pubblico. «Basta disinformazione, nella scuola sono state già licenziate 130 mila persone con la manovra Tremonti e senza bisogno di ricorrere all’articolo 18», incalzava Francesco Scrima, segretario della Cisl scuola. «I licenziamenti in caso di esubero nel pubblico già si possono fare, non ci sono zone di privilegio», aggiungeva Giovanni Torluccio, segretario Uil funzione pubblica. Ma la slavina sembra ormai partita.

 


Shopping a Milano

Lo sapevo, ci sono ricascata. Mi ero ripromessa di non acquistare nulla in questi giorni, ma appena vedo una libreria non so resistere. Quindi l’altro giorno alla Mondadori di piazza Duomo ho acquistato “Spudorati” di Mario Giordano, tanto fresco di stampa da odorare ancora d’inchiostro.

E questo ci poteva anche stare. Poi il giorno seguente passo davanti alla FNAC… Mica posso ignorarla: è obbligatorio fare un giro, solo per dare un’occhiata, la quale occhiata si concretizza nell’acquisto di una decina di DVD, tra i quali un bel numero di Hitchock del periodo londinese, chicche che a Bolzano mica si trovano, ma “La signora scompare” e’ ancora irreperibile.

Sabato giretto verso piazza Piemonte e Wagner…e là c’è un’altra Feltrinelli (avevo evitato apposta quella di piazza Duomo, ma la tentazione qui a Milano è ovunque), quindi altra sbirciatina (?)…avrei svaligiato il negozio, ma mi sono limitata a qualche libro su Milano, tra i quali un giallo ambientato qui in città, di un certo Crapanzano, vedremo com’è,

ed una raccolta di racconti di Scerbanenco.

Forse è a quest’ultimo scrittore che devo l’amore per questa città. Da ragazzina leggevo il suoi gialli di nascosto dai miei, piuttosto crudi, quindi severamente proibiti, e mi immergevo in quelle atmosfere cupe e nebbiose, ma anche molto sanguinolente.

Anni dopo sono arrivati i libri (che chiamare gialli è riduttivo) di Biondillo e Colaprico – quest’ultimo le prime volte in tandem con l’anarchico Valpreda -, e leggevo i libri con una cartina sottomano, seguendo i vari itinerari, riconoscendo volta per volta le vie, le piazze, le zone descritte e diventavo così partecipe di quelle storie. Ed ancora oggi se vedo un libro ambientato in questa città, non so resistere: DEVO comprarlo, e fino ad ora un solo libro mi ha deluso (Delitti di ringhiera) per la sciatteria con la quale è stato confezionato. Peccato, perché sia la trama che l’ambientazione, un commissariato di polizia in una Milano dell’epoca mussoliniana d’anteguerra , erano molto interessanti. Ma la mia libreria preferita resta il Libraccio, quello di via Vittorio Veneto… Con l’odore polveroso dei libri usati e là ho scovato altri DVD e, tra i remainders ed i libri usati, due libri di Testori e di Vittorio Messori…e di questi ne parlerò un’altra volta…


girovagando per Milano

Girovagando per Milano…due chiese interessanti. Avevo già parlato dello stupore di un nostro amico che non si raccapezzava di come due agnostici come noi girassero per edifici sacri. E’ che le chiese sono dei piccoli musei e conservano dei pregevoli tesori.

La prima chiesa visitata è quella del Santo Sepolcro, nell’omonima piazza, che sorge nell’area che in epoca romana ospitava il Foro.

Fondata nel 1040 da un certo Benedetto Ronzone, maestro di Zecca, fu ricostruita nel 1100 da un suo discendente che era tornato dalla seconda Crociata in Terrasanta, crociata alla quale avevano partecipato numerosi milanesi sotto la guida del vescovo Anselmo da Bovisio. Da qui il nome della chiesa. Nel XII secolo furono costruiti i due campanili gemelli.

Nel XVI secolo, la chiesa fu affidata all’ordine degli Oblati da san Carlo Borromeo, ed in quel periodo fu profondamente modificata, abbattendo i matronei ed aggiungendo due navate laterali. Di quel periodo sono la maggior parte delle decorazioni interne in puro stile barocco.

Negli ultimi anni del 1800 la facciata fu ripristinata nell’originale stile lombardo, con le due torri laterali gemelle con finestre bifore ed il corpo centrale avanzato con tre arcate all’entrata, dagli architetti Nava e Moretti.

All’interno, appena entrati, al fianco dell’atrio opera di Francesco Maria Ricchino, ci sono due cappelle che si fronteggiano, con pregevoli affreschi di Carlo Bellosio e pale di altare di Francesco Nuvolone. La navata centrale, fiancheggiata da altre due minori, ha una chiara impronta romanico-lombarda anche se mascherata dalle forme barocche. Nelle due absidi laterali ci sono due grandi gruppi in terracotta colorata a grandezza naturale che raffigurano da un lato la flagellazione, san Pietro che rinnega e Caifa che si strappa le vesti,

dall’altra, esattamente contrapposta, la tavolata dell’Ultima Cena con Cristo che lava i piedi a san Pietro.

Sotto l’altare in marmo bianco e nero, edificato nel 1700, un sarcofago di vetro con una raffigurazione del Cristo morto, sempre in terracotta policroma.

L’unico rammarico è stato non poter aver visitato la cripta sottostante in quanto chiusa.

L’altra chiesa è quella di Santa Maria presso San Satiro.

Appena entrati, si ha l’impressione di una chiesa spaziosa e lunga, dall’abside ampia e regolare, decorata da arcate e decorazioni…

Solo impressione.

L’abside infatti è l’esempio di un ottimo trompe-l’-oeil, opera di Donato Bramante.

La chiesa in fatti non ottenne i permessi necessari per costruire e lo spazio risultò quindi assai limitato.

Per ovviare a questo inconveniente, mantenendo il progetto originario, Bramante ideò una finta abside dove, in meno di un metro di spazio, venne disegnata in perfetta scala (97 centimetri anziché i 970 programmati) l’abside prevista, e bisogna proprio arrivare nei pressi dell’altare maggiore che la precede per accorgersi dell’inganno.

Così, da un ostacolo e grazie al genio dell’architetto, nacque questo piccolo capolavoro, e dall’illustrazione si può vedere come sia perfetta l’illusione.


Porta Venezia

Dazi di Porta Venezia - Milano, Milan

Come ho spesso scritto, la “mia” zona a Milano è piazza Oberdan, quella di Porta Venezia, perché da lì iniziava appunto la strada che conduceva alla città lagunare, ma il nome le venne attri buito definitivamente solo nel 1860, in onore di questa città dopo la seconda guerra d’Indipendenza .

E’ menzionata anche ne “I promessi sposi” col nome originario di Porta Orientale, anche se la porta più ad est era la vecchia Porta Tosa. La delimitano due bei caselli daziari,costruiti tra il 1827 ed il 1828 che, persa la loro originaria funzione, ospitano adesso l’Associazione dei Panificatori di Milano, che ne ha curato anche il restauro.

http://www.turismo.milano.it/wps/portal/!ut/p/c0/04_SB8K8xLLM9MSSzPy8xBz9CP0os3hzS0O_QGcLEwP_ICNTA08D_2APT1dHYwMDE_2CbEdFAOVQJaw!/?WCM_GLOBAL_CONTEXT=it/SITur/HOME/artecultura/luoghicultura/loc48

Da porta Venezia inizia, dal lato interno alla città, il corso omonimo, quello che ricorda tanto la Milano di Stendhal, fiancheggiato da bellissimi palazzi, tra i quali quello che ospita il Museo di scienze naturali e la palazzina sede del Planetario, dono dell’editore Ulrico Hoepli alla città.

http://informando.infm.it/galois/msi/cielo/planet_milano.htm

http://milan.arounder.com/it/musei-storici/musei/planetario-di-milano.html

Per un tratto il corso confina con i giardini pubblici, uno dei polmoni verdi della città, dove le mamme portano i bambini a giocare o gli adulti si recano a fare joggin, a prendere un filo di sole nelle prime giornate di primavera o a ricercare un po’ di sollievo durante l’afa estiva.

Invece recandosi verso la periferia, corso Venezia prosegue con corso Buenos Aires, zona altamente commerciale, che termina in piazzale Loreto.

Tutta la zona è comunque descritta, anche se ovviamente riferita ai tempi seicenteschi, nel capolavoro di Manzoni. In una via traversa (via san Gregorio), si trova quello che resta del Lazzaretto, che oggi è diventato un piccolo monastero russo-ortodosso. Il Lazzaretto originale aveva forma quasi quadrata, era cinto da mura di cotto, misurava 378 metri di lunghezza e 370 di larghezza e fu edificato nel XIV secolo, dopo la grande epidemia di peste che si verifico’ nel 1348 durante la signoria di Luchino Visconti.

La parte interna era costituita da un chiostro a colonne sul quale si affacciavano le celle.

Oggi di tutte le stanze restano solamente 5 celle quadrate, del lato di m.4,75, in ognuna delle quali venivano stipati, nel periodo di maggior contagio, fino a 30 appestati. Davanti ad essa c’e’ ancora una porzione della roggia che circondava il Lazzaretto per le esigenze igieniche.

La maggior parte della costruzione fu demolita alla fine del 1800, vittima delle speculazioni edilizie seguite all’Unita’ d’Italia.

Una piccola curiosita’: nel 1700, dietro proposta di alcuni cittadini, venne promulgata dal Comune la legge chiamata usualmente “servitù del Resegone”, per cui tra porta Venezia e Porta Nuova era proibito edificare case che sorpassassero l’altezza dei Bastioni consentendo così la vista dei Alpi e Prealpi nelle giornate limpide.

Altro nome con il quale era conosciuta porta Venezia era Porta Renza, da un’etimologia ancora più antica, derivante da porta Argentia. Sui Bastioni, nei tempi napoleonici, si svolgeva il transito delle carrozze delle dame che imputavano al francese la responsabilità del freddo di Milano a causa della strada del Sempione che, a loro detta, lasciava via libera ai venti del nord fino ad allora trattenuti dalla cerchia delle Alpi.


miopia politica

 

Forse a Diliberto serve un buon paio di occhiali…


Specchio delle mie brame…


I cretini, si sa, non hanno patria né nazionalità.

Allo Spiegel, ( Specchio appunto) sul quale un giorno sì e l’altro pure attaccavano sempre l’Italia, iniziando con il piatto di spaghetti “condito” da una P38

e finendo con Schettino e sottindendendo che noi tutti siamo codardi come lui (meglio comunque codardi che assassini nazisti), adesso l’aria è cambiata.

Adesso parlano di Mario Monti che, pur non essendo stato eletto è molto amato… Ma da chi?

Forse da loro, da noi certamente no, semmai solo tollerato. Sentire come i giornalisti teutonici parlano di Monti rasenta l’apologia.

 

“Monti, italiano colto, capace, umile, cui tutti nel mondo rendono omaggio, che dice cose intelligenti (magari in tedesco?)…ed i politici che ormai non contano più nulla devono approvare ciò che Monti decide altrimenti il popolo si arrabbia.” (parole dei giornalisti…)

Premesso che parlare di decisione di una sola persona significa parlare di “dittatura” (e loro forse se ne ricordano ancora, magari approvandola), vaglielo a dire che il popolo si arrabbia… Sicuro! Ma con Monti! Certo, sono arrabbiati i pensionati cui è stata bloccata la pensione, la gente comune che vede aumentata l’IVA le bollette il carburante i generi alimentari, strozzata da IMU e altri balzelli più o meno palesi, mentre la casta, cui il premier appartiene non è stata minimamente sfiorata. I tedeschi sono un popolo diligente, preciso, volenteroso, lavoratore…ma anche tra di loro allignano i cretini.


Banche…

Il protocollo di Basilea, il 2′ per l’esattezza ma il 3′ è già allo studio, obbliga le Banche ad accantonare quote di capitale proporzionali al rischio dei fondi erogati in prestito. Questa misura risulta fortemente penalizzante per le piccole banche, come le Casse di Risparmio, le Banche popolari e le Casse Rurali, e favorisce quindi l’accorpamento in grandi gruppi, come è successo ad esempio con la formazione di Unicredit, Banca Intesa e BNP Paribas.

Dettaglio dell'immagine

Per diminuire il rischio, accentuando invece la funzione di produrre profitto, le banche hanno snaturato la loro iniziale funzione, ossia quella di raccogliere denaro dai risparmiatori per ridistribuirlo a chi ne ha bisogno, guadagnando dalla differenza tra i tassi debitori e creditori.

Oggi le banche non ricevono piu’ la maggior parte dei soldi dai risparmiatori, e quindi non si preoccupano di fidelizzare la clientela, ma ricevono i fondi direttamente dalla BCE al tasso irrisorio dell’1% ed investono in titoli che rendono il 6/7 %, con un notevole guadagno. Che senso ha quindi oggi depositare i nostri risparmi in banca? Certo, ci sollevano dal pagamento delle bollette domiciliate presso di loro e ci forniscono altri servizi, ma questo e’ sufficiente? Gli istituti bancari si sono buttati a pesce nelle operazioni finanziarie e speculative: il cliente e’ visto solo come un pollo da spennare, cui vengono proposte le piu’ diverse forme di investimento. Ed allora il povero correntista-risparmiatore-investitore annaspa tra le sigle piu’ disparate, come Eurostock, Nikkei, panieri misti, investimenti Cina-Brasile-India o paesi emergenti, tanto poi la maggior parte del rischio e’ sempre sua. Se poi a questo aggiungiamo le vessazioni statali quali le trattenute fiscali e le imposte di bollo che decurtano ulteriormente i pochi interessi, il quadro e’ completo.

Se non fosse per l’ultima trovata di Monti per cui ogni operazione di importo superiore ai 1000 euro deve avere una tracciabilita’, ai piccoli imprenditori converrebbe costituirsi in mutue cooperative ed a noi comuni mortali a riprendere a mettere i soldi dentro o sotto il vecchio, caro materasso…. 


Lezione di piccola economia domestica

Caro presidente Monti

Quest’anno avrei voluto cambiare la tenda che protegge il mio balcone dal sole; una spesa non indifferente, data la lunghezza dello stesso e la trasformazione del meccanismo da manuale ad elettrico. Causa la sua manovra sarò costretta a rinunciarvi, visto che dovrò pagare una IMU piuttosto salata, mentre precedentemente godevo dell’esenzione ICI quale prima casa, e che la tenda stessa dallo scorso anno è aumentata notevolmente di prezzo per il rincaro dei carburanti, dell’IVA e delle tasse che l’azienda produttrice dovrà pagare. Così l’impresa che fabbrica le tende avrà un cliente in meno. Se altri dovessero fare come me, rinunciando all’acquisto, la ditta dovrà licenziare alcuni dipendenti ed il costo della Cassa Integrazione ricadrà sulla collettività, una parte quindi toccherà anche a me.

Nel frattempo anche le uscite per pranzare al ristorante sono diminuite, ed il gestore, che ha visto calare il suo giro di affari, è stato costretto a licenziare un cuoco ed un cameriere, e pure questo costo ricadrà in parte sulle mie spalle; mangeremo a casa, ma i generi alimentari sono aumentati per i fattori di cui sopra, annullando di fatto il risparmio immediato dovuto alla rinuncia del pasto fuori casa. Anche il benzinaio ha visto diminuire i propri clienti… Un sacco di negozietti stanno chiudendo, strangolati dalla crisi economica.

Lei potrà obiettare che per l’acquisto della tenda potrei ricorrere ad un prestito bancario, ma mi chiedo perché dovrei contribuire a far ingrassare ulteriormente gli istituti di credito, gli unici a godere di questa crisi…

Ma lei, calmo, pacato e sobrio, continua a parlarci di decreto crescItalia…

Allora concordo con una battuta letta girovagando su internet…

“L’Italia e’ una nazione bagnata da tre mari ed affossata da Monti”.

Cordialmente

Loredana


PENSIERINI


….maligni del giorno.

 

Napolitano esorta la CGIL ad agire nell’interesse del Paese… Ma non l’ha mai fatto quando al govermo c’era mr.B.

Forse perche’ Monti ed i suoi ce li ha imposti lui? Mah…mistero

 

Se si sbatte contro uno spigolo ci si fa male, ma incocciare in una spigola e’ assai peggio


Le domande cretine

Una normale mattina di spesa.

Da quando non lavoro più, ormai sono oltre due anni, preferisco frequentare le botteghe al posto dei super ed ipermercati. C’è più contatto umano e la merce è di qualità migliore, anche se la si paga un pochino di più. Allora entro nel negozio di alimentari, dò una sbirciata alla lista – bresaola, parmigiano e yoghurt – stacco il numerino e mi metto in coda ad aspettare. Appena prima di me tocca ad una signora giovane, sui 30 anni circa che fa al bottegaio la fatidica domanda:

” Com’è quel prosciutto? Buono?”…

Sto pensando tra me alla faccia che farebbe se il negoziante le rispondesse :

” No, signora, anzi fa proprio schifo. Lo compra lo stesso?”


I passi indietro

Un passo indietro

A novembre Berlusconi ha fatto il famoso passo indietro che tutti gli richiedevano. Non sto qui a considerare se abbia fatto bene o male. Dico solo che altri personaggi dovrebbero fare altrettanto.

Primo fra tutti Fini, che aveva promesso di dimettersi immediatamente dopo che Berlusconi se ne fosse andato, ma mantenere le promesse non e’ il suo forte, basti ricordare la questione dell’appartamento di Montecarlo.

Poi Bersani, per tutte le batoste che ha preso, ma anche lui si tiene incollato al cadreghino.

Infine Bossi, ormai attorniato dal cerchio magico ed avulso dalla realtà. Cerchio magico formato in parte dai “terroni” tanto invisi alla Lega, in primis la moglie seguita dalla Maraventano e dalla Mauro, che tanto ariana…ops padana non mi sembra. E guarda caso quasi tutte donne, a riprova che il tempo del celodurismo è ormai passato, forse anche a causa dell’età.


A pensar male…

… si fa peccato, ma (forse) ci si azzecca.

Consideravo il fatto che il CSM per l’ennesima volta ha respinto, escludendo solo i casi di dolo o colpa grave, la responsabilita’ civile dei giudici, con la scusante che verrebbe meno la loro imparzialita’ e soprattutto la loro indipendenza.

Allora, senza andare tanto lontano, mi soffermo sul caso di Dell’Utri che, come ben ha espresso Iacoviello, non e’ che sia stato giudicato innocente, pero’ non gli sono state concesse le necessarie garanzie che spettano a qualsiasi imputato, e le accuse non erano sufficientemente circostanziate e quindi dopo ben oltre 16 anni di trafila, e’ stato quindi richiesto un nuovo svolgimento del processo in altra sede e con altri giudici. Ma un giudice, uno qualsiasi intendo, non poteva accorgersene prima di questo fatto? Quanti soldi sono stati sprecati in questi 16 anni? E su chi ricadono gli oneri? Perche’ deve sempre essere lo Stato, quindi noi cittadini, a pagare e non i diretti responsabili come succede per qualsiasi altra professione?

Altra considerazione: i giudici devono limitarsi ad applicare la legge, quindi se il Parlamento, rappresentativo del popolo cui appartiene la sovranita’ (art.1 della Costituzione)’, decide che sia il giudice e non lo Stato a rispondere direttamente dei suoi errori ed il CSM decide diversamente, viene minato il potere legislativo. Cos’e’ piu’ importante? Il potere legislativo o quello giudiziario? Sono io cittadina che eleggo i miei rappresentanti (fino a quando non lo so, data la levatura di certi personaggi) e questi rappresentanti legiferano in mia vece… Voi giudici, limitatevi ad applicare le norme secondo quanto stabilito dal Parlamento e non a “legiferare” a vostro uso e consumo solo per pararvi le terga in caso di errori.


si riparte

…e domenica ritorno nella mia città di adozione…

sembra strano, bolzanina di nascita e di residenza ufficiale, per metà trentina e per metà casertana, ma quella che considero la mia città resterà sempre Milano…e dire che non la sopportavo… e non vedo l’ora di ritornarci


Dio non c’entra

Titolo di un articolo in prima pagina sul Giornale di oggi…

Ma perche’ Dio è distratto?

Ma se si e’ distratto durante la morte dei ventidue bambini belgi in gita scolastica, dov’era durante il massacro dei bimbi siriani? O durante il reclutamento dei soldati-bambini del dittatore africano Joseph Koni?

E poi è solo il numero che ci impressiona? E allora l’ultimo bimbo di due anni massacrato a martellate nel Sulcis non fa testo perché è solo uno?

Il fatto che vengono imputati a Dio comportamenti ed atrocita’ che sono tipiche degli esseri umani. Non è Dio che ha ucciso quei bambini, nemmeno per sua distrazione. Sono gli uomini, uomini che, non dimentichiamolo, hanno ancora il libero arbitrio, e sanno se agire in un determinato modo o in un altro, magari assumendosi la responsabilità di disobbedire ad ordini palesemente ingiusti. Uomini che non meritano nemmeno più questo appellativo perché ammazzare in modo atroce degli essere deboli ed indifesi li pone al di sotto degli animali. 


Considerazioni amare

Non avevo granché voglia di scrivere, ieri… Leggevo delle stragi in Siria, donne e bimbi massacrati e mutilati a Karm az Zeitun, sobborgo di Homs, ed il mondo che fa? Resta a guardare.

La Lega araba, su invito di Kofi Annan, si limiterà ad inviare un messaggio di protesta, come se le parole potessero fermare un dittatore sanguinario, mentre Cina e Russia non faranno nemmeno quello, perché significherebbe “interferire negli affari interni” della Siria. Forse questi due ultimi paesi hanno la cosa di paglia per i rispettivi comportamenti in Cecenia e Tibet. E pensare che per molto, molto meno si è scatenata una guerra contro Gheddafi, ma in Siria non ci sono interessi economici da difendere…. 


questioni di vile denaro

Una volta la banca faceva la banca.

Una persona aveva dei soldini, li depositava e a fronte dell’operazione riceveva un interesse, magari esiguo, ma qualcosa ci guadagnava, e c’era poi la sicurezza per la custodia del denaro.

Inoltre, almeno nei piccoli e medi centri o nei quartieri dei più grandi, si installava un rapporto quasi amichevole tra il risparmiatore e l’impiegato allo sportello, se non addirittura con il direttore.

Se poi si aveva necessità di un prestito o di un mutuo, chiedevano certamente delle garanzie, ma a volte succedeva perfino che concedessero un prestito fiduciario se la persona era conosciuta come affidabile.

Adesso è tutto cambiato.

Uno porta il suo gruzzoletto in banca, oppure dà ordine che stipendio o pensione gli vengano direttamente accreditati sul conto, e per questo motivo deve pagare!

Ci sono quei taglieggiamenti chiamati commissioni, non solo per operazioni effettuate per conto del cliente, come le domiciliazioni delle bollette, ma anche per operazioni di normale utilizzo del conto.

Ad esempio uno paga per l’emissione della carta bancomat, e qui ci sta anche bene. La carta ha un costo, l’informatizzazione del sistema pure, anche se largamente compensata dalla diminuzione del costo del personale. Alcune banche sono così magnanime da non applicarti commissioni sui prelievi effettuati dal bancomat. Ma perché allora se uno preleva allo sportello deve pagare una commissione? Per avere la disponibilità dei propri soldi?

Bankitalia ha poco da dire che non è vero che i nostri siano i conti più cari d’Europa, perché vengono conteggiati anche i prelievi fiscali sugli interessi (altra bella fregatura) e l’imposta di bollo, ma sembra strano che non consideri anche le commissioni ed i tassi passivi che rasentano addirittura l’usura.

Quando si trattò di eliminare la commissione di massimo scoperto, subito se ne istituì un’altra, detta commissione per messa a disposizione dei fondi, naturalmente più alta della precedente.

Adesso poi accedere al credito è pressocché impossibile. La trafila non viene più svolta in sede locale, ma la certificazione delle garanzie viene sempre inviata presso la sede centrale dell’istituto bancario, che non conosce personalmente il richiedente. Le banche, nonostante abbiano avuto un consistente aumento di liquidità dalla BCE continuano a tenere stretti i cordoni della borsa…e così altri imprenditori, in credito, con bilanci sani, ma carenti di liquidità, continueranno a suicidarsi.


Diplomazia

Stiamo diventando lo zerbino dell’Europa se non del mondo.

Il caso dell’ingegnere italiano Franco Lamolinara, ucciso assieme all’ostaggio britannico durante un blitz inglese (ferma restando la responsabilità primaria dei sequestratori nigeriani, fondamentalisti islamici), con l’informazione al nostro governo fatto pervenire (sembra) solo ad operazione già avvenuta, si aggiunge alle colpevoli negligenze nel caso dei due marò imprigionati dagli indiani.

Qui abbiamo fatto davvero la figura degli sprovveduti, i soli a cascare nella trappola, tra le quattro navi interpellate dopo la sparatoria con i pirati. L’unica ad opporsi allo sbarco e quindi all’imprigionamento dei due nostri connazionali è stata la Marina e, conseguentemente, il ministero della Difesa, mentre la Farnesina ha tentennato a lungo. Non si è immediatamente attivata quando gli indiani hanno inizialmente impedito ai nostri esperti di partecipare alle prove balistiche, poi invitati ma solo in veste di osservatori. Non si è imposta subito nella condanna al trasferimento in carcere dei due marò. Solo successivamente ha inviato due avvocati. Fortunatamente ieri si sono opposti allo sbarco, con un probabile successivo “sequestro” di un altro marò, ottenendo che questo venisse invece interrogato a bordo.

Tutto ciò manifesta i danni causati dall’inesperienza dei “tecnici” rispetto ai politici, i primi timorosi ed incapaci di farsi rispettare con fermezza in campo internazionale.


Intramontabile

Una delle mie musiche preferite, in assoluto. Mi dà un’idea di pace e di serenità…