20.08
Nonostante sia stata quasi rasa al suolo durante la 2^ guerra mondiale, Norimberga è stata ricostruita secondo gli originari canoni medievali, rispettando integralmente gli edifici storici e seguendone lo stile per gli altri, tanto da mantenerne intatta l’atmosfera.
Dal 1400 al 1600 la città si arricchì di un vario patrimonio artistico, con le opere di Vischer e Veit Stoss il Vecchio, scultori, e dei pittori Wohlgemuth e soprattutto Duerer. Poi a causa della Guerra dei Trenta Anni la sua importanza decadde, per rinascere poi nel 1800 con la produzione dei giocattoli.
Ed oggi proprio lo Spielzeugmuseum siamo andati a visitare. Situato in un edificio di stile rococò, occupa ben quattro piani. Il più bello conserva delle bambole di tutti i tipi, materiali, fattezze e dimensioni: di stoffa, di legno, di cartapesta ma soprattutto di quello speciale tipo di porcellana chiamato “bisquit”, che rende benissimo l’incarnato delle bambole.
Ci sono poi numerose case di bambole, curatissime negli arredi, e gli accessori, quali servizi di porcellana, cristallo e perfino alabastro: un vero sogno!
Per importanza segue poi il settore dei giocattoli di metallo: automobiline, giostrine ed altri manufatti di latta, con carica a frizione o a molla, i soldatini di stagno (qui a Norimberga furono fissate le misure standard), i trenini che corrono su di un plastico, bello anche se non al livello di quello di Rablà che ho descritto qualche tempo fa, vecchi giocattoli come cavalli in cartapesta e legno,
montati su ruote o dondoli. Infine si passa al reparto più moderno, interessante, ma provo del fascino di quelli prima descritti.
Appena fuori dal Museo, c’è il Weinstadl (deposito del vino) ora trasformato in un Ostello per studenti, vicino al quale c’è un’alta torre del 1200 dalla quale si diparte un ponte di legno coperto che collega le due sponde sul fiume, e su questo ponte c’era la casa abitata dal boia, da dove si recava per andare al luogo delle esecuzioni.
animali e umani
Ho scritto varie volte che sono “quasi” vegetariana. Non del tutto, perchè fuori casa a volte ci scappa la bistecca o il fritto di pesce, mentre a casa raramente cucino cibi di origine animale preferendo pasta, riso e verdure. Qualche tempo addietro è scoppiata la questione del menù a base di carne di orso: non è che mi abbia trovato solidale, però non mi ha scandalizzato più di tanto. Vero è che ci sono animali allevati al solo scopo di essere macellati, e già questo è abbastanza crudele, ma la faccenda è che l’orso è un animale selvatico. Però mi domando..l’orso non va bene… E allora cervi, caprioli, cinghiali? Nessuna voce si è levata in favore di queste specie.. Quando qualche anno fa abbiamo passato una settimana in Umbria, dappertutto imbandivano il cinghiale. In Alto Adige e Trentino cervo e capriolo sono all’ordine del giorno. Non parliamo poi di certe specie di volatili, come fagiani e quaglie, anche se ormai queste ultime sono di allevamento. Perché queste distinzioni?
Non voglio nemmeno ricordare certi spettacoli dove gli animali vengono sfruttati al peggio, non ultimo il Palio di Siena, dove ormai almeno un cavallo ci rimette annualmente il crine, o le corride (io tifo sempre per il toro!).
Adesso c’è la questione di “Raton”, il toro che ha già ucciso tre persone…
Ma mettetevi nella pelle del toro: se lo stuzzicano, lo provocano, lo punzecchiano, e non sono così svelti da sfuggirgli (o così intelligenti da evitare certe manifestazioni di “presunto” coraggio)…il toro che colpa ne ha?
Ed allora cerchiamo di essere perlomeno coerenti.
20.08
La giornata ogi è serena, dopo la pioggerella pomeridiana di ieri. E si preannuncia anche calda…
Cosa ne pensate?