La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

Archivio per 7 giugno 2011

era ora, anche se a caro prezzo….

Permettetemi di dire…FINALMENTE!

Se davvero Michele Santoro se ne andrà dalla Rai, gratificato (è il caso di dirlo) da una molto cospicua liquidazione (si parla di oltre due milioni di euro!), non sarò certo io a rimpiangerlo.

Premesso che, come ho spesso scritto, la televisione odierna ormai non la guardo più, ciò nonostante ogni anno seguivo, probabilmente con latenti istinti masochistici, la sua prima trasmissione stagionale e regolarmente me ne allontanavo letteralmente schifata dalla sua palese partigianeria e faziosità, cosa che in un servizio PUBBLICO non dovrebbe mai accadere. Leggevo comunque le recensioni delle sue “inchieste” (?) sui giornali e su vari siti Internet… Una persona che non cercava di convincere della bontà delle sue opinioni con prove conclamate, ma coartava la gente con arroganza e prepotenza, in quanto spesso toglieva la parola a chi lo contraddiceva.

Con “ospiti” a dir poco discutibili, quali la D’Addario, Grillo, che strilla a più non posso ma non propone nulla di concreto ed altri che non sto a menzionare.

Ma come si fa a dare credibilità a Michele Ciancimino, quasi fosse un novello profeta, e solo perché aveva indicato, con documenti malamente contraffatti col copia-incolla, che Berlusconi ed il generale Mori fossere implicati in questioni di mafia senza prima verificare i fatti, come dovrebbe fare un bravo giornalista. Ed è stato fermato solamente quado è stato tirato in ballo De Gennaro.

Come si fa a dare retta a Marco Travaglio, un saltafosso conclamato, che ha varie condanne per diffamazione nei conronti di Previti, Del Noce, Conalonieri ., Schifani, della giornalista Susanna Patruni, del giudice Filippo Verde e dell’assessore David Costa.

Come si fa ad ospitare Vauro, che ha disegnato vignette di dubbio gusto, anzi, di una volgarità che sfociava nell’indecenza morale. (Ricordo quelle davvero ignobili sui morti del terremoto dell’Aquila)

Come si fa a dare voce (?) ai silenzi di Adriano Celentano, che tutto può essere meno che un pensatore o un filosofo e che in quanto ad ecologia…meglio lasciar perdere.

Per non parlare dei litigi istigati ad arte, delle provocazioni, degli insulti.

E questa sarebbe televisione?

Ecco, il grande passo sta per essere fatto. Il guru, anzi, il tribuno si trasferisce a LA 7, in procinto, dicono, di essere acquistata dal solito De Benedetti con i soldi che, dicono, riuscirà a spillare a Berlusconi con il processo Mondadori.

Il bravo professionista, che del maneggiare soldi (tra contratti e penali) ha fatto una missione, potrà dire finalmente tutto ciò che desidera senza censure (come se alla Rai avessero potuto imporgliele, dato che ha parlato e straparlato).

La 7 sarebbe il terzo piatto in cui mangiare abbondantemente: prima quello della Rai (per due volte) e poi dell’odiato Berlusconi, i cui soldi non gli hanno fatto ribrezzo, ma si sa, pecunia non olet.

Buon appetito ed…Amen!