La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

Archivio per 29 Maggio 2011

da “Legno storto”

Scritto da Enzo Di Frenna
domenica 29 maggio 2011

Riceviamo e pubblichiamo, raccomandando la massima diffusione

All’inizio di maggio una sentenza della prima sezione penale della Corte di Appello di Catania ha equiparato un blog ai giornali di carta. Dunque commette il reato di stampa clandestina chiunque abbia un diario in Internet e non lo registra come testata giornalistica presso il tribunale competente, come prevede la legge sulla stampa n 47 del 1948.

La vicenda è paradossale e accade in Italia. Lo storico e giornalista siciliano Carlo Ruta aveva un blog: si chiamava Accadeinsicilia e si occupava del delicato tema della corruzione politica e mafiosa. In seguito a una denuncia del procuratore della Repubblica di Ragusa, Agostino Fera, quel blog è stato sequestrato e chiuso nel 2004 e Ruta ha subito una condanna in primo grado nel 2008. Ora la Corte di Appello di Catania, nel 2011, ritiene che quel blog andava considerato come un giornale qualsiasi – ad esempio La Repubblica, Il Corriere della Sera o Il Giornale – è dunque doveva essere registrato presso il “registro della stampa” indicando il nome del direttore responsabile e l’editore. La notizia farà discutere a lungo la blogosfera italiana: cosa succederà ora?

Massimo Mantellini se la prende con Giuseppe Giulietti e Vannino Chiti per aver presentato in Parlamento la Legge 62 sull’editoria, che è stata poi approvata, con la quale si definisce la natura di prodotto editoriale nell’epoca di Internet. Ma il vero problema, a mio avviso, è la completa o scarsa conoscenza di cosa sia la Rete da parte di grandi pezzi dello Stato, incluso la magistratura. Migliaia di burocrati gestiscono quintali di carta e non sanno quasi nulla di cosa accade in Internet e nei social network. Questa sentenza, quindi, è un regalo alla politica cialtrona che tenterà ora di far chiudere i blog scomodi. Proveranno a imbavagliarci.

In Italia ci sono oltre 50 mila blog. Soltanto BlogBabel ne monitorizza 31 mila. Nel mondo esistono almeno 30 milioni di blog e forse sono anche di più. I blog nascono come diari liberi on line, può aprirne uno chiunque. Una casalinga. Uno studente. Un professore universitario. Un operaio. Un filosofo. Chiunque. Ma adesso in Italia non è più possibile e possiamo dire che inizia il Medioevo Digitale. Nel mondo arabo i blog e i social network hanno acceso il vento della democrazia, il presidente americano Barack Obama plaude il valore di Internet e la libertà d’informazione, Wikileaks apre gli archivi segreti delle diplomazie, e noi, in Italia, in un polveroso palazzo di giustizia, celebriamo la morte dei blog.

Ma la vogliamo fare una rivoluzione? Vogliamo scendere in piazza come gli Indignados spagnoli e inventarci qualcosa che faccia notizia in tutto il mondo? Vogliamo innalzare una grande scritta davanti alla Corte Costituzionale con lo slogan “Io bloggo libero, non sono clandestino!”. Eggià: perché gli avvocati di Ruta faranno appello in Cassazione e a quei giudici bisognerà far sapere che in Italia ci sono 50 mila persone libere che hanno un blog e confidano nell’articolo 21 della Costituzione, che permette la libertà di espressione con qualunque mezzo.

Che ne dite? Ci proviamo?

Fonte: “Il Fatto” (edizione on-line), 28 maggio 2011

 


Voltagabbana

 

In un certo senso, questo post è dedicato a Carlo, che parla sempre di coerenza ed onestà.

Già, perché l’ultimo esempio lo si è visto nella questione di Daniela Melchiorre, una persona che ha fatto della coerenza (?) la sua bandiera. Già sottosegretario alla Giustizia nel governo Prodi, è passata al PDL nel 2008, per poi ripassare all’opposizione nel neocostituito gruppo dei Liberaldemocratici, votando la sfiducia al Governo nel gennaio 2009, infine al Terzo Polo nel dicenbre dello stesso anno e da ultimo ritorno ai Liberaldemocratici, tra i quali ha ricoperto ancora l’incarico di sottosegretario allo Sviluppo economico nell’attuale governo Berlusconi. Ora, dopo le dimissioni, chissà dove approderà…

Come ironicamente ha commentato il sottosegretario alla Difesa Guido Crosetto

«Mancherà al Paese tutto il suo enorme bagaglio culturale, il suo alto profilo morale, il suo eccelso senso delle istituzioni. L’Italia perde un pilastro che sarebbe stato fondamentale per rilanciare l’economia e rendere più credibili le istituzioni. Mi auguro che i valori che lei ed il suo gruppo hanno sempre difeso e rappresentato, permeino fino in fondo lo spazio politico dove decideranno di approdare lei e Tanoni».

Ma quello che più mi fa indignare non è la questione del cambio di bandiera: ognuno è liberissimo di cambiare idea, per carità (come Scilipoti…:-) ), ma il fatto è che io elettore ti ho votato e scelto affinché tu politico mi rappresentassi in un determinato schieramento, quindi tu, politico, non puoi permetterti di saltare da un partito all’altro. Se poi questo schieramento è nuovo di trinca….chi ha raccolto le firme affinché questo potesse essere ammesso alle elezioni? (come è successo nel caso di Futuro e Libertà, mai legittimato da nessuno).