Un castello di carte
Adesso che il castello di menzogne di Massimo Ciancimino è crollato, tanto da costringere a richiederne l’arresto da parte dello stesso PM Antonino Ingroia , il quale aveva accettato TUTTE le sue “testimonianze” senza battere ciglio, e solamente perché è saltato fuori il nome di Gianni De Gennaro malamente appiccicato ad una lista di presunti collusi con la mafia, chi ci chiederà scusa?
Il magistrato che non aveva richiesto nessuna controprova delle balle sparate da quel bel tomo?
O Santoro che lo ha ospitato nella sua trasmissione senza verificare la veridicità dei fatti, come sarebbe compito di un qualsiasi buon giornalista?
Lo stesso Santoro che ieri sera nella sua trasmissione ha palesemente ignorato la notizia dell’arresto preferendo soffermarsi sull’ennesima barzelletta sconcia di Berlusconi? Vero è che ogni trasmissione necessita di una certa preparazione e che forse il tempo materiale mancava, però almeno un accenno, un trafiletto di un paio di minuti poteva almeno dedicarlo ad un fatto così eclatante!
Ma a suo tempo l’importante era trasformare Ciancimino in un eroe mediatico, denigrando al tempo stesso persone della levatura del generale dei Carabinieri Mario Mori, che aveva recentemente contestato l’autenticità dei documenti presentati dal Ciancimino, contraffacendoli con un software informatico mediante il classico copia-incolla.
Almeno Marco Travaglio, oggi, un piccolo articoletto lo ha dedicato, ad una notizia di tale levatura.
Certo è che tra una magistratura che prende per oro colato quanto raccontato dal figlio di un boss senza produrre prove concrete, e tra mezzi di informazione che tutto fanno meno che informare dopo un’attenta verifica dei fatti, siamo messi proprio bene!
Cosa ne pensate?