La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

Archivio per aprile, 2011

Ancora a Milano

E domattina si riparte…

Milano mi manca, ed ho già una lista di cose da comperare e di mostre da vedere a Palazzo Reale , quali quelle dedicate ad Arcimboldo, agli Impressionisti e ad Alberto Savinio. Non so se le vedremo tutte, ma almeno un paio ci staranno senza dubbio. Intanto, sempre là, ho già segnato che il 4 maggio uscirà l’ultimo libro di Giampaolo Pansa.. proprio non me lo voglio perdere. La valigia è pronta, manca solo da sistemare il mio vecchio pc soprannominato affettuosamente “lo scassone”, una scelta di libri e CD da portare dietro…non manca altro.


articolo 11

 

Art.11

L’Italia ripudia la guerra…etc etc.

Ripudiamo la guerra, però non ci tiriamo indietro se sono gli altri a chiedercelo, in virtù dei trattati internazionali. (Però anche con Gheddafi c’era un accordo, grazie al quale si era drasticamente ridotto il numero degli sbarchi clandestini). Prima concediamo le nostre basi e gli aerei per il solo pattugliamento, poi consentiamo che detti aerei vengano usati in ruoli attivi, e mandiamo inoltre istruttori militari per addestrare i ribelli. Premesso che mi sembra uno scambio “mercenario” tra Berlusconi e Sarkozy… Io ti affianco nelle operazioni militari e tu sostieni la candidatura di Draghi a capo della BCE…

Ma tutto questo interesse bellico per cosa? Per far parte di chi si spartirà la torta a conflitto finito.

Personalmente ero contraria all’entrata in guerra dell’Italia, non per i motivi economici illustrati da Bossi, ma perché sono questioni interne della Libia e Gheddafi, volente o nolente, pur detestabile com’è, ha ancora un forte consenso popolare.

Però adesso, come si dice, siamo in ballo… E balliamo, al suono di tintinnanti monetine! Alla faccia del succitato articolo 11 che viene usato a seconda del nemico da combattere e delle risorse che da quest’ultimo si possono ottenere. Già, perché anche in Siria si registra un alto numero di morti, ma nessuno si sogna di intervenire… I morti non sono tutti uguali… Quelli siriani non portano soldi.

 


art.1

 

Art.1

“L’Italia è una Repubblica fondata sul lavoro”.

E se per una qualsiasi ragione una persona non lavora, perché disoccupata, in cassa integrazione, in età scolare o pensionistica, totalmente inabile o casalinga…può ancora considerare sua questa Italia?

Avrei preferito che il nostro primo articolo avesse recitato ” L’Italia è una Nazione fondata sulla libertà”, una libertà conquistata a caro prezzo, anche a costo di lotte fratricide, ma ora patrimonio di tutti. Quel termine “Nazione” che fa degli Italiani un popolo, prescindendo quindi da divisioni, anche se si verificherà il federalismo.

Quella parola “Repubblica”, utilizzata a suo tempo solo in contrapposizione a “Monarchia” e “Dittatura”, e che, essendo ovvia, non ha ragione di esistere, in quanto la forma repubblicana è consolidata.

Libertà, allora, di idee, di opinioni, di decidere del proprio destino denza tante intromissioni di uno Stato padre-padrone che regola ogni nostra azione. E questo può essere attuato solo con un sano liberismo, dei quali molti hanno paura perché, essendo di matrice “destra”, molti lo associano al fascismo che tutto era meno che liberista. Libertà di impresa, soprattutto, perché se una persona ha delle idee e voglia di rischiare, dev’essere in grado di farlo, senza tanti vincoli e legacci, utilizzando i mezzi (strutture e persone) senza che lo Stato si frapponga più di tanto tra lei ed il suo “sogno”.

Credo che solo in questo modo ci si possa realizzare, creando posti di lavoro e premiando chi ha le idee migliori e più solide, destinando il surplus a chi veramente ne ha bisogno, e non ai soliti furbetti che campano di imbrogli e false pensioni di invalidità.

Tanti vedono nel liberismo e nel capitalismo un demone da combattere, non considerando che per sostenere le fasce deboli bisogna prima creare la “ricchezza”, perché il capitalismo è da considerare come se fosse la motrice trainante i vagoni che seguon: senza la motrice, i vagoni restano fermi ad arrugginire sui binari.

 


Non conosco l’inglese

 

Io non conosco l’inglese.

Se questo è un intoppo per quello che riguarda internet, quale lo scaricare o aggiornare determinati programmi, per quanto concerne invece la letteratura è una vera disgrazia. Mentre alcuni testi posso tranquillamente leggerli in francese o tedesco, pur incontrando a volte qualche difficoltà, e sono quindi in grado di apprezzarne molte sfumature, non posso fare altrettanto per quelli inglesi.

Sto rileggendo infatti il “Paradiso Perduto” di Milton con testo a fronte, e mi accorgo che nell’ originale c’è una “solennità” che si perde leggendo la traduzione italiana. I bellissimi versi rendono solo l’idea di quello che devono essere in originale, con una metrica ed una musicalità che ovviamente nella trasposizione viene smarrita.

Mi chiedo allora come uno straniero possa parimenti apprezzare la “Divina Commedia”.

 

“Sweet is the breath of morn, her risin sweet,

With charm of earliest birds; pleasant the sun

When first on this delightful land he spreads

His orient beams, on herb, tree, fruit, and flow’r,

Glist’ring whit dew; fragrant the fertile earth

After soft showers; and sweet the coming on

Of grateful ev’ning mild, the silent night

With this her solemn bird and this fair moon,

And these the gems of heav’n, her starry train:

But neither breath of morn when she ascends

With charms of earliest birds, nor rising sun

On this delightful land, nor herb, fruit, flow’r,

Glist’ring whit dew, nor fragrance after showers,

nor grateful ev’ning mild, nor silent night

With this her solems bird, nor walk by moon

Or glittering starlight without thee is sweet.

But wherefore all night long shine these, for whom

This glorious sight, when sleep hath shut all eyes?”

“Dolce il respiro del mattino, dolce

il suo risveglio col canto degli uccelli appena desti;

e piacevole il sole quando diffonde i suoi raggi orientali

su questa terra piena di delizie, sull’erba, sugli alberi,

sulla frutta e sui fiori stillanti di rugiada, fragrante

questa fertile terra dopo ogni tenero scroscio di pioggia;

dolce e mite la sera quand’essa sopravviene

piena di grazie, e poi la notte che avanza silenziosa

con i suoi uccelli solenni e questa bella luna, e queste

gemme del cielo, il suo corteo di stelle: e tuttavia

non il respiro del mattino, che ascende

col canto degli uccelli appena desti, né il sole che sorge

su questa terra piena di delizie, non l’erba,

né la frutta né i fiori stillanti di rugiada, o la fragranza

dopo gli scrosci di pioggia, o la sera che giunge

mite e piena di grazie, non la notte che avanza silenziosa

con i suoi uccelli solenni, nessuna passeggiata

sotto la luna, sotto la scintillante luce delle stelle, nulla

di tutto questo è dolce senza te. Eppure perché mai

splendono tutta la notte, a chi è rivolto un simile

meravigliso spettacolo, appena il sonno, ha chiuso tutti gli occhi?”

(Paradiso perduto libro IV 641-658)

(Ho cercato di riportare il testo inglese il più esattamente possibile…se ho fatto errori mi scuso in anticipo)


Bufale

Sempre con più insistenza circolano, per mail o altri sistemi, le bufale più disparate. Dopo la segnalazione di persone scomparse, che nel 99% dei casi se ne stanno tranquille a casa loro ignare che mezza Italia le sta cercando, dopo le richieste di aiuto da parte di genitori che hanno figli gravemente ammalati e che richiedono non soldi, ma l’inoltro dell’email perché per ognuna missiva inoltrata riceveranno un tot (l’ultima che ho ricevuto parlava addirittura di un importo in lire!!!) non si sa bene da chi, dopo quelle che richiedono l’adozione di cuccioli destinati alla soppressione e che ad oggi saranno diventati almeno bisnonni, adesso arrivano quelle sulla presunta tossicità dei probiotici contenuti negli yoghurt di una nota marca. Addirittura il giorno prima di Pasqua mi è stata inoltrata una mail che circola almeno da 25 anni contenente una lista di additivi tossici e presunti tali diramato (aiuto aiuto) dal centro anti-tumori di Aviano con allegata una lista di prodotti contenenti tali additivi, prodotti in alcuni casi non più presenti sul mercato da decenni. Per completare l’opera, c’era un secondo allegato a firma di una certa dottoressa Gabriela Casanova Larossa di una non precisata università uruguayana che denunciava la pericolosità del cloridrato di alluminio, contenuto in certi antitraspiranti, il quale sarebbe causa di tumori al seno. Rapida ricerca su internet e scoperte le ennesime bufale, iniziando dall’inesistenza di alcuni additivi o dell’errata codifica di altri (vedi E330 indicato come glutammato di sodio anziché acido citrico, cose completamente diverse).

Premetto che fiuto la bufala già vedendo menzionata la marca di qualsiasi prodotto, perché è ovvio che se denigri un marchio, in caso di errata notifica uno è soggetto a sanzioni stratosferiche per danni, mi domando: come cerco di informarmi io di persona, non potrebbero farlo anche altri, o basta una qualsiasi intestazione di una missiva o la citazione del nome di un professore per prendere tutto ciò che si trova sul web per oro colato?

scorrendo internet ho trovato questo avviso:

NOTA BENE: L’ADDITIVO E330 (glutammato monosodico) E’ IL PIU’ PERICOLOSO. Il sito in questione avvertiva anche i prodotti e le marche in cui sarebbero contenute dose massicce di additivo E330 e quindi avvisava”

FERMATE L’USO DI QUESTI ADDITIVI ; SELEZIONANDO I PRODOTTI CHE COMPRATE E’ IL CONSUMATORE CHE CONDIZIONA LA SCELTA DEI FABBRICANTI.
RIPRODUCETE QUESTO DOCUMENTO; DISTRIBUITELO AD AMICI E CONOSCENTI:UTILIZZATELO A DIFESA DELLA VOSTRA E DELL’ ALTRUI SALUTE:
DISTRIBUITELO!!!!

Per avere conferma verificavo su uno dei siti che io ritengo più attendibili in materia di bufale via internet, sostanzialmente una bibbia antibufale, che : http://attivissimo.blogspot.com/, il quale spiegava con dovizia di particolari che si trattava di una delle tante bufale che circolano su internet. Si legge infatti sul sito “Tutte le varianti di questo appello hanno in comune un concetto: l’additivo più pericoloso sarebbe l’E330. Ma basta consultare una qualsiasi fonte di settore per scoprire, come segnalato qui sopra, che l’E330 è in realtà l’acido citrico, quello che si trova in natura per esempio nelle arance e nei limoni e che non è affatto tossico alle dosi usate negli alimenti (UK Food Guide; PubChem; Ecama.org). Da solo, questo errore grossolano basterebbe a dimostrare la totale inaffidabilità della lista.

Ma come mai l’appello circola con il nome di vari ospedali? Presumibilmente perché qualcuno gliel’ha appiccicato per rendere più credibile la storia. Infatti le varie fonti di volta in volta citate (ospedale Villejuif, professor Tubiana, Centro Tumori di Aviano) hanno smentito più volte (invano) di aver mai prodotto una lista di questa natura. Ecco per esempio la smentita del Centro Tumori di Aviano, raccolta dal CICAP qui alcuni anni fa:In realtà è da parecchio tempo che se ne sente parlare. Sapevamo che era un falso, una leggenda metropolitana, ma per sicurezza abbiamo girato la domanda al direttore del Centro anti-tumori di Aviano, professor Umberto Tirelli, che così risponde: “è un noto falso che gira ormai da un decennio”.
La variante “garantita” dall’ospedale Villejuif  partì dalla Francia a febbraio del 1976 e si diffuse in tutta Europa, contagiando circa sette milioni di persone, stando alle ricerche pubblicate nel 1990 da Jean-Noël Kapferer, docente di comunicazioni all’Ecole des Hautes Etudes Commerciales e all’Institut Supérieur des Affaires, nel libro Rumors: uses, interpretations, and images (1990), oggi parzialmente consultabile qui su Google Books.

Non mi resta che concludere come il blog “Attivissimo” :  per favore, pensateci due volte prima di propagare appelli che non avete verificato.

sapermangiare.mobi
L’ennesima bufala corre in rete e le vittime questa volta sono i due yogurt Activia e Actimel di Danone, accusati di essere la causa dell’epidemia di obesità che colpisce i bambini .
E’ vero che le pubblicità di Activia e Acitmel sono state censurate in Italia e all’estero, ma per motivi completamente diversi rispetto a quelli esposti nel volantino. Nel 2009 negli Stati Uniti la pubblicità dei due yogurt è stata censurata e la Danone ha dovuto versare 35 milioni di dollari ai consumatori perchè nei messaggi prometteva un rafforzamento delle difese dell’organismo e un miglioramento del transito intestinale. Nel 2010 l’Efsa ha bocciato la frase dello yogurt Actimel perchè prometteva di ridurre la dissenteria nelle persone anziane, ma tutto ciò nulla ha che vedere con le allegre fantasie del testo che gira in internet dell’Ospedale di Bellerive.

All’origine delle errate informazioni l’esistenza di uno studio sui probiotici del ricercatore francese Didier Raoult, pubblicato nel settembre 2009 sulla rivista “Nature.

In verità, lo studio citato, effettuato su di un numero limitato di casi, ha messo in evidenza un aumento del peso di alcuni uccelli ai quali sono stati somministrati dei probiotici e non un aumento del loro grasso corporeo. Pertanto, stando ai risultati dello studio, i probiotici utilizzati avrebbero aiutato la normale crescita degli uccelli, grazie a un miglioramento della funzione intestinale e delle difese contro i batteri cattivi, senza evidenziare alcun effetto negativo.

http://www.ilfattoalimentare.it/lo-yogurt-activia-e-actimel-responsabili-dellobesit%C3%A0-infantile-lennesima-bufala-di-internet.html (anche con il documento da cui nasce la bufala)

La smentita ufficiale dell’ospedale di ginevra http://www.hug-ge.ch/_library/pdf/communique_octobre_2010.pdf

La smentita di assolatte
http://www.assolatte.it/assolatte/assolatte_informa_subcat.jsp?subcat_id=585&cat_id=1

Datazione


La prima citazione del nome “Gabriela Casanova Larrosa” in riferimento a quest’appello nei newsgroup risale, secondo Google Groups, al 25 aprile 2002, nel newsgroup es.charla.enfermedad.cancer.

Perché è una bufala


Non esiste alcuna conferma scientifica seria dell’affermazione che gli antitraspiranti causino il cancro al seno o che addirittura l’utilizzo di antitraspiranti sia “la causa principale del cancro al seno” come dice l’appello.

Una smentita molto autorevole a quest’accusa proviene dall’American Cancer Society (link aggiornato; link del 2003, archiviato su Archive.org; ulteriori smentite dell’ACS). Secondo l’ACS, “vi sono moltissimi studi epidemiologici estremamente rigorosi riguardanti i fattori di rischio del cancro al seno, pubblicati nelle riviste mediche. Non siamo al corrente di nessuno di questi studi che dimostri o anche soltanto suggerisca che l’uso di antitraspiranti sia un fattore di rischio per il tumore al seno, men che meno la sua ‘causa principale’”.

In originale: “There have been many extremely thorough epidemiological studies of breast cancer risk factors published in medical journals. We are not aware of any among these proving or even suggesting anti-perspirant use as a risk factor for breast cancer, much less the ‘leading cause’ of the disease”.

Conferme scientifiche cercansi


Per quel che mi risulta, esiste una sola pubblicazione scientifica che suggerisce un possibile legame fra deodoranti/antitraspiranti, depilazione delle ascelle e tumore al seno: è stata pubblicata a dicembre 2003 dallo European Journal of Cancer Prevention, Volume 12(6), pp. 479-485. Si intitola “An earlier age of breast cancer diagnosis related to more frequent use of antiperspirants/deodorants and underarm shaving” ed è consultabile sul sito dell’EJCP.

Si tratta di uno studio retrospettivo di Kris McGrath, un allergologo di Chicago. È importante notare il termine “retrospettivo”, perché fa molta differenza. Nei test normali, un gruppo di persone viene esposto alla sostanza da testare in condizioni rigorosamente controllate, di norma con un “gruppo di controllo”, ossia un altro gruppo analogo di persone che non viene esposto alla sostanza. In uno studio retrospettivo, invece, ci si basa sul ricordo delle persone, che può essere impreciso. Vi ricordate esattamente a che età avete iniziato a usare deodoranti? Avete sempre usato deodoranti contenenti alluminio cloridrato? Da che età vi depilate le ascelle?

Comunque sia, persino questa pubblicazione conclude piuttosto blandamente, affermando che “la depilazione delle ascelle, in combinazione con l’uso di antitraspiranti/deodoranti [notare l’inclusione dei deodoranti, che invece l’appello dichiara innocui] potrebbe avere un ruolo nel cancro al seno. Non è chiaro quale di questi fattori sia coinvolto. La letteratura esaminata suggerisce l’assorbimento di sali di alluminio, facilitato dal danneggiamento della barriera cutanea. Sono necessarie indagini con gruppi di controllo [in cui si confrontano persone esposte alla sostanza e persone non esposte] prima di consigliare abitudini igieniche alternative per l’ascella.

Lo studio di McGrath è discusso anche in un’intervista per la NBC. Per contro, nel 2003 è stato pubblicato nel Journal of the National Cancer Institute uno studio un po’ più rigoroso, che mi risulta sia il primo mirato specificamente a confermare o smentire questo supposto legame fra antitraspiranti/deodoranti e cancro al seno. Si intitola Antiperspirant Use and the Risk of Breast Cancer, di Dana K. Mirick, Scott Davis e David B. Thomas, ed è liberament e consultabile sul sito del JNCI. Lo studio non ha trovato indicazioni di questo legame né con i deodoranti, né con gli antitraspiranti.

Per farla breve: prove scientifiche rigorose, per ora, non ce ne sono. Per ora c’è soltanto un’ipotesi assai controversa, supportata da un’unica pubblicazione scientifica basata su tecniche abbastanza imprecise. Nel frattempo, naturalmente, se per prudenza volete astenervi dall’usare deodoranti e antitraspiranti, fate pure, ma attenzione ai danni collaterali che potreste causare se non vi tenete sottovento.

Altre inesattezze dell’appello


L’American Cancer Society demolisce anche altri aspetti dell’appello.

  • Il messaggio afferma che “Il corpo umano ha solamente qualche zona soggetta a eliminare le tossine: dietro i ginocchi, dietro le orecchie, tra le pieghe delle gambe e le ascelle. Le tossine sono eliminate sotto forma di traspirazione. Gli antitraspiranti impediscono questa traspirazione, quindi la funzione corporea di eliminazione delle tossine attraverso le ascelle. Queste tossine non spariscono. Sono immagazzinate nei cellule linfatiche che si trovano sotto alle braccia”. In realtà è vero che i linfonodi rimuovono alcune tossine dall’organismo, ma non le rilasciano tramite la sudorazione.
  • Il messaggio afferma che “La maggior parte dei tumori al seno hanno origine da questa regione superiore del seno”. Secondo l’ACS, è vero che circa la metà – non la maggior parte – dei tumori al seno si localizza nel quadrante superiore esterno, ma non perché lì si trovano i linfonodi: semplicemente perché è la zona in cui si trova la maggior parte del tessuto del seno. I quadranti in cui i medici suddividono il seno non sono uguali fra loro come quantità di tessuto.
  • Il messaggio afferma che “Gli uomini sono meno soggetti a sviluppare questo tipo di malattia Perchè se utilizzano gli antitraspiranti questi restano sui peli delle ascelle, e Non si applicano direttamente sulla pelle”. In realtà, gli uomini sono circa 100 volte meno soggetti al tumore al seno, rispetto alle donne, per la semplice ragione che hanno circa 100 volte meno tessuto mammellare.

Il “chloridrato di alluminio”


La sostanza chiamata erroneamente “chloridrato di alluminio” nell’appello è in realtà l’alluminio cloridrato. La storpiatura è dovuta probabilmente alla scarsa competenza linguistica e chimica di chi ha tradotto in italiano l’appello. La versione italiana infatti non è l’unica: ce ne sono in moltissime lingue, compreso l’inglese, lingua in cui la sostanza è chiamata “aluminum chlorohydrate” (nella preponderante grafia statunitense; in quella inglese britannica è “aluminium chlorohydrate”).

La versione inglese di quest’appello è disponibile presso Snopes.com: quella francese è presso Hoaxbuster.com. Un campione della variante spagnola è qui.

L’alluminio cloridrato è una sostanza chimica che ha proprietà antitraspiranti ed è effettivamente presente in molti prodotti per l’igiene personale.

Sotto forma di farmaco di libera vendita, la FDA (Food and Drug Administration), ente statunitense che si occupa di verificare la sicurezza di ogni sostanza, la classifica come sicura per l’uso normale. Questo non significa che è assolutamente innocua (non esistono sostanze assolutamente innocue, come ben sa chi prova a ingerire un etto di peperoncino): significa soltanto che alle dosi in cui è presente nei prodotti in commercio, e applicato sulla pelle, non produce danni rilevabili (e quindi non induce il cancro). Se uno se la spara in bocca o ci fa un bel pediluvio, ovviamente, potrebbe esserci qualche danno, ma queste sciagurate ipotesi non sono coperte dai test per ovvia carenza di volontari. I test condotti dall’FDA sono documentati per esempio qui.

Sull’alluminio cloridrato girano storie di tutti i tipi: c’è chi lo accusa di provocare il cancro al seno, come in quest’appello, e chi dice che produce la perdita di memoria o il morbo di Alzheimer. Nessuna di queste affermazioni ha basi scientifiche, ed è importante notare che chi le fa è spesso promotore di prodotti “ecologici” alternativi che guarda caso si vantano di non contenere alluminio cloridrato, per cui non è necessariamente disinteressato.

Va detto che l’alluminio cloridrato contiene (è abbastanza ovvio) alluminio, e ci sono indicazioni scientifiche secondo le quali l’alluminio, come molti altri elementi, è neurotossico se assimilato in grandi quantità. Tuttavia l’esposizione all’alluminio presente naturalmente nei cibi e nell’acqua potabile è di gran lunga superiore a quella che si potrebbe avere dall’uso normale di antitraspiranti, per cui il rischio è proporzionalmente più basso.

In altre parole, se avete paura di prendere il cancro da un antitraspirante, dovreste anche aver paura di avvolgere i cibi nella stagnola (che nonostante il nome è fatta di alluminio).

L’appello sembra suggerire che il pericolo sia costituito dall’alluminio cloridrato, ma in realtà ne “spiega” l’azione in modo contraddittorio. Dice che gli antitraspiranti, impedendo la traspirazione, trattengono le tossine nell’organismo, e queste tossine inducono il cancro. Ma se è vero questo meccanismo, allora qualsiasi prodotto che blocca la traspirazione dovrebbe essere pericoloso, anche se non contiene alluminio cloridrato.

Giusto per scrupolo, ricordo che fra “deodorante” e “antitraspirante” c’è una differenza notevole: l’antitraspirante blocca la sudorazione, il deodorante no.

Come capita spesso negli appelli-bufala, il messaggio è semplificato e in bianco e nero: dice che “i deodoranti sono inoffensivi”, ma non tiene conto del fatto che molte persone sono allergiche ad un particolare tipo di sostanza presente in molti antitraspiranti e deodoranti: il profumo. Applicare un prodotto contenente profumo, specialmente sulla pelle già irritata da una depilazione, può causare reazioni cutanee tutt’altro che trascurabili. Non si può quindi essere faciloni e categorici e affermare che i deodoranti sono inoffensivi.

Ma chi è Gabriela Casanova Larrosa?


Che dire del presunto “garante” di questo messaggio, “Gabriela Casanova Larrosa, Prof. Assistent du Departement de Biologie Cellulaire de la Faculte de Sciences de la Republique Orientale d’Uruguay”?

Effettivamente esiste una persona con questo nome nell’elenco dei docenti della facoltà di scienze di Montevideo. I suoi dati ufficiali sono questi: “Casanova Larrosa, Gabriela: Lic CBiol (FHC UR 1985) y Técn Anatomía Patológica (FMed UR 1986) y Ms CBiol Neurociencias (PEDECIBA-FC UR 1998). Ayudante (1985-91) y Asistente (1991-) de Biología Celular. casanova@fcien.edu.uy”.

Le ho scritto il 30/4/2004, chiedendo chiarimenti e ho ricevuto una sua risposta il 5/5/2004, in cui smentisce di essere mittente o garante dell’appello:

Dear Paolo: I´m not the source of the mail concerning breast cancer and anti-perspirants. It is a falsehood. The scientific arguements are very doubtfull and the e-mail not contain any scientifc evidence. I dont know if you understand spanish. I´m sending to you the denial. Thank you very much for your time. Kind regards

Gaby

[TRADUZIONE

Caro Paolo, non sono io la fonte del messaggio riguardante il tumore al seno e gli antitraspiranti. È una menzogna. Le argomentazioni scientifiche sono molto incerte e l’e-mail non contiene prove scientifiche. Non so se capisci lo spagnolo. Ti mando la smentita. Grazie per il tempo che mi hai dedicato. Cordiali saluti, Gaby.]

Desmentido:

Estimada gente: El mail de los antitranspirantes no lo escribí ni lo respaldo.

Simplemente estoy siendo víctima de un “Spam” o algo así. Eso me explicó la gente que trabaja en informática de la Facultad de Ciencias: alguien toma tu autofirma (sin tu permiso) y la agrega al pié del rumor que quiere difundir para hacerlo mas “creíble”. Luego se divierten observando con que rapidez se difunde.

Como el tema además es muy delicado y la mayoría de la gente me ha escrito y llamado preocupada, me contacté con las personas que sé que trabajan en el tema y que participaron del último congreso internacional de mama. Ellos me informaron que ese tema no había sido tratado en ninguno de los simposios de los que participaron.

Por eso les pido que por favor no lo vayan a difundir y menos con mi nombre al pié. No solo mi reputación está en juego sino también la de la institución para la cual trabajo. De ser posible les pediría además que envíen este desmentido a quien les hizo llegar el mensaje.

Por último les ruego lo lean con atención, verán que fué escrito por un hombre y está firmado por una mujer (sin autorización de la misma): “…A los hombres parece ocurrirles en menor proporción, pero no estamos exentos de desarrollar cáncer de mama por causa de los antitranspirantes. …”

Ha sido un gusto comunicarme con Uds. y desde ya quedo a las órdenes para lo que pueda servir.

Gaby.

MSc. Gabriela Casanova Larrosa

Asistente Secc. Biología Celular

[TRADUZIONE

Smentita: Egregi signori, la mail degli antitraspiranti non l’ho scritta io e non la confermo. Sono semplicemente vittima di un episodio di “spamming” o qualcosa di simile. Me l’ha spiegato la gente della facoltà di scienze che lavora in informatica: qualcuno prende la tua “autofirma” (senza il tuo permesso) e la aggiunge in fondo alla diceria che vuole diffondere per renderla più “credibile”. Poi si diverte a vedere con che velocità si diffonde.

Dato che l’argomento è per di più molto delicato e la maggioranza della gente mi ha scritto e chiamato preoccupata, ho contattato le persone che so che lavorano nel campo e che hanno partecipato al più recente congresso internazionale dedicato al seno. Essi mi hanno confermato che questo argomento non è stato trattato in nessuno dei convegni a cui hanno partecipato. Per questa ragione vi prego di non diffondere la mail, soprattutto quella recante il mio nome.

Non è soltanto la mia reputazione ad essere a repentaglio, ma anche quella dell’organizzazione per la quale lavoro. Se vi è possibile vi chiederei anche di inviare questa smentita a chi vi ha fatto pervenire il messaggio. Infine vi prego di leggerlo con attenzione, noterete che è stato scritto da un uomo ma è firmato da una donna (senza l’autorizzazione di quest’ultima): “…Sembra che accada meno frequentemente agli uomini, ma non siamo esclusi dallo sviluppare un cancro alla mammella per colpa degli antitraspiranti. …”

È stato un piacere comunicare con Voi e fin da subito mi rendo disponibile per qualsiasi cosa possa essere utile.]


Le parole della Casanova Larrosa indicano che l’appello ha subito alcune mutazioni, come capita spesso, e che in origine conteneva un riferimento a un autore maschile (“noterete che è stato scritto da un uomo ma è firmato da una donna”).


Xè Pasqua…

 

Xè Pasqua, xè Pasqua, che caro che g’hò

ancoi se magna fugassa e cocò.

E se in cusina se prepara l’agneo

che importa, magnemo anca queo.

E dopo se beve un fià de marsala

che beo che sarà…se canta e se bala.

Alor cara mama e caro papà

tutti i putei i dise così

Magari che Pasqua venisse ogni dì”

(era una filastrocca che mi recitava sempre il nonno)


Auguri

 

A tutti gli amici che mi seguono, ai visitatori più meno occasionali, insomma, proprio a tutti…auguri, auguri ed ancora auguri per una Pasqua serena

Loredana


Un castello di carte

Adesso che il castello di menzogne di Massimo Ciancimino è crollato, tanto da costringere a richiederne l’arresto da parte dello stesso PM Antonino Ingroia , il quale aveva accettato TUTTE le sue “testimonianze” senza battere ciglio, e solamente perché è saltato fuori il nome di Gianni De Gennaro malamente appiccicato ad una lista di presunti collusi con la mafia, chi ci chiederà scusa?

Il magistrato che non aveva richiesto nessuna controprova delle balle sparate da quel bel tomo?

O Santoro che lo ha ospitato nella sua trasmissione senza verificare la veridicità dei fatti, come sarebbe compito di un qualsiasi buon giornalista?

Lo stesso Santoro che ieri sera nella sua trasmissione ha palesemente ignorato la notizia dell’arresto preferendo soffermarsi sull’ennesima barzelletta sconcia di Berlusconi? Vero è che ogni trasmissione necessita di una certa preparazione e che forse il tempo materiale mancava, però almeno un accenno, un trafiletto di un paio di minuti poteva almeno dedicarlo ad un fatto così eclatante!

Ma a suo tempo l’importante era trasformare Ciancimino in un eroe mediatico, denigrando al tempo stesso persone della levatura del generale dei Carabinieri Mario Mori, che aveva recentemente contestato l’autenticità dei documenti presentati dal Ciancimino, contraffacendoli con un software informatico mediante il classico copia-incolla.

Almeno Marco Travaglio, oggi, un piccolo articoletto lo ha dedicato, ad una notizia di tale levatura.

Certo è che tra una magistratura che prende per oro colato quanto raccontato dal figlio di un boss senza produrre prove concrete, e tra mezzi di informazione che tutto fanno meno che informare dopo un’attenta verifica dei fatti, siamo messi proprio bene!


Arrigoni

La morte dovrebbe passare sopra a tutte le miserie umane, piccole o grandi che siano. La morte dovrebbe insegnarci qualcosa. Non sempre è così.

La madre di Vittorio Arrigoni, cui va tutta la mia commiserazione per il modo incivile in cui è stato ucciso il figlio, si è rifiutata di far transitare il feretro dello stesso attraverso il territorio di Israele, – giustificando l’azione come conseguenza delle idee del ragazzo – e continuando così una spirale di odio.

Israele avrà i suoi torti, certamente, ma non è che i Palestinesi siano innocenti, attuando un terrorismo estremo contro i civili, vedi il recente attentato ad Itamar, in cui i terroristi hanno “coraggiosamente” massacrato  cinque persone, padre, madre e tre bambini, di undici e di tre anni e l’ultimo dei quali di due mesi appena.

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 Alla luce di questi fatti non posso che chiamare “attivista” Vittorio Arrigoni, e non certo “pacifista”, perché quest’ultimo appellativo spetta solamente a coloro che NON parteggiano per nessuna delle due fazioni in causa, ma si prodigano perché venga raggiunto un accordo tra esse.

Ritengo quindi sbagliata l’azione della madre di Vittorio il quale, per avversione della sorte, è stato ucciso proprio da uno della parte che egli sosteneva.


destra-sinistra

Lo confesso, una volta votavo a sinistra. Poi, quando si verificano i “tradimenti”, le prese in giro, anche i grandi amori finiscono e, come quando si smette di fumare,ti dà fastidio perfino la vicinanza di chi fuma.

Votavo a sinistra per liberarmi dall’ingombrante presenza della balena bianca che fagocitava di tutto (per poi suddividersi in correnti e sottocorrenti), o in contrapposizione al rampantismo craxiano che cancellava quell’Italia laboriosa che nell’armadio conservava un solo vestito buono.

Ho votato a sinistra sull’onda emozionale della morte di Enrico Berlinguer, ma, con l’avanzare dell’età, è un errore che non commetterei più. Mi sono ricreduta quando ho visto che tanti, come si dice comunemente, hanno il cuore a sinistra ma il portafoglio a destra. I Marzotto, ad esempio, ma non mi risulta che nelle loro fabbriche si stesse gran che meglio che altrove, a differenza di quelle di Adriano Olivetti, che gestiva le sue con un illuminismo “paternalistico”. Poi… a rivinare l’Olivetti arrivò De Benedetti, con i suoi intrallazzi politici, col suo cuore a sinistra ed il portafoglio talmente a destra da farlo diventare perfino cittadino svizzero. Già, gli svizzeri xenofobi, che se lavori una vita per loro alla fine ti danno sì un’ottima pensione, ma poi “foeura di ball… Torna a cà tua…” Ma se sei pieno di soldi, la cittadinanza te la porgono su un piatto d’argento.

Ritornando al discorso, ero una di quelle che, ancora studentessa, leggeva “Repubblica”, molto agile nel formato e nell’informazione, con un indirizzo “lib-lab” che faceva tanto chic, così differente dall’informazione ingessata del “Corriere”, che pure contava le migliori firme. Ora, degli anni, di “Repubblica” se permettete il gioco di parole, ne ho D’Avanzo…

Ho votato a sinistra fino a che mi sono accorta che “loro” non erano per nulla migliori degli “altri”, anzi, sotto sotto erano pure peggio. Quel proteggere i “compagni che sbagliano” fu la goccia che ha fatto traboccare il vaso. E l’abitudine non l’hanno persa. Ci sono certi ideologi che mi fanno paura. Per evitargli la galera, i radicali candidarono Toni Negri nelle loro file, per potergli consentire di rientrare in Italia dalla Francia dove se ne stava ben protetto (e non c’era ancora madame Carlà)… Ma nessuno propose la candidatura al povero Bepin Segato, dei “Serenissimi”, che per molto meno del Negri si sobbarcò tre anni e sette mesi di galera, fino a morirne, (morte naturale’ dicono le fonti ufficiali, come per Enzo Tortora), condotto dalla galera all’ospedale ammanettato alla lettiga, manco fosse un efferato assassino. Adesso c’è lo storico ed ideologo Asor Rosa che auspica addirittura un golpe, utilizzando perfino Carabinieri e Polizia di Stato… A quando l’esercito con i carri armati in puro stile soviet?

Tutti questi personaggi che sputano livore per le sconfitte elettorali, dicendo che chi non li ha votati non capisce nulla (proprio perché vi ho capito che non vi voto più…felice di essere cretina, allora), quelle aggressioni in piazza, come quelle dei viola e dell’IDV alla Santanchè l’altro giorno, perfino le frasi, una settimana fa, del solito don Giorgio de Capitani (sul quale avevo già scritto un post a suo tempo), che si augura che a Berlusconi venga un ictus che lo faccia secco. Ottimo esempio di carità cristiana! Oppure quelli che ricominciano a gambizzare chi non la pensa come loro, come, a Roma, Antonini di Casa Pound: iniziarono così pure le Brigate Rosse, poi si sa come finì… O le esternazioni della Rosetta Bindi che ha diretto con manifesta parzialità i lavori della Camera (al posto di Fini), tanto da imbarazzare la sua stessa corrente politica, Veltroni in primis. Ma sono avversari questi? O sono NEMICI di una guerra sotterranea? Quell’arroganza tipica di certi personaggi come D’Alema che non sopporto più, ritenendosi quasi un inviato dal cielo mandato a convincerci della bontà delle sue idee senza tollerare alcuna contraddizione.

Sognavo una sinistra liberale, capace di fare un buon governo o una buona opposizione, e mi ritrovo una massa schizofrenica e rancorosa ma soprattutto incapace di proposte concrete, che raduna dei piazzaioli capaci solo di urlare slogan, una coalizione di gente tenuta assieme solo dall’antiberlusconismo e null’altro e non si rende conto che più lo attaccano più lo rendono forte.

Ed allora da tempo, molto tempo, sono passata sull’altra sponda, senza nemmeno turarmi troppo il naso come indicava il compianto Montanelli…


Lupus in fabula

Avendo frequentato gli studi tecnici e non quelli classici, come invece avrebbero voluto i miei genitori, non mastico il latino. Quel poco che so è dovuto alla costanza di mia madre che, pensando appunto di farmi frequentare il liceo, mi costringeva, benevolmente, dopo aver espletato i miei soliti compiti delle medie, a ore di puella-puellae e lezioni di sintassi del periodo che ho regolarmente dimenticato… Restano, di quel periodo, alcuni libri, come il “De bello gallico”, di Cesare, la “Historia Langobardorum” di Paolo Diacono, l’immancabile “Eneide” di Virgilio, tutte con annotazioni mie e di mia madre…ma non le mie preferite favole di Fedro…che chissà dove saranno finite.

Ed è con piacere che ho riascoltato la favola del lupo e dell’agnello, recitata da Flavio Oreglio…forse il primo a declamare il latino con l’accento romanesco :-), e che detta da lui, mi ha davero fatto morire dal ridere…. Magari i puristi storceranno il naso, ma bisogna prenderlo per lo scherzo che è…


Anna Takhatarova

Chi era costei?

Una contadina russa che lavorava nei campi portandosi appresso la figlioletta e che, 50 anni fa, vide atterrare vicino a se un uomo con la tuta arancione ed un casco con la scritta CCCP sopra la visiera.

Già, perché cinquant’anni fa in cielo saliva la Vostok 1, (Oriente1) la navicella spaziale che portava nello spazio il primo uomo, Yuri (o Jurij) Gagarin, un giovane pilota appena ventisettenne. Non c’erano ancora gli abitacoli relativamente confortevoli di oggi, la Vostok era scomoda ed estremamente piccola, però il viaggio durò poco meno di due ore, dalla 9.07 alle 10.57, giusto il tempo di salire, percorrere un’orbita e ridiscendere, praticamente un test per verificare le reazioni umane ai voli spaziali. Un abitacolo molto ristretto, con comandi manuali e meccanici, nulla a che vedere con le strumentazioni elettroniche di oggi, che in quel tempo apparivano come fantascientifiche.

Lo stesso razzo che mise in orbita la navicella era un missile intercontinentale R7 adattato per l’occasione.

Un percorso breve, confrontato a quanto sarebbe successo in seguito, ma importantissimo perché era il primo, paragonabile forse al primo sbarco sulla Luna.

L’astronauta compì la sua orbita intorno alla Terra, e in fase di atterraggio, fuoriuscì catapultandosi col seggiolino eiettabile proprio davanti agli occhi sbalorditi della succitata contadina.

Al ritorno fu accolto come un eroe, ma la sorte non gli fu benevola. Pochi anni dopo, nel 1968, morì schiantandosi con un caccia, dicono per evitare un pallone sonda…Ora le sue ceneri riposano al Kremlino, assieme a quelle di tanti personaggi che hanno scritto la storia della Russia.

 

http://www.youtube.com/watch?v=o3pOJae4H6Q

 


Le spalle

Sono una grande estimatrice di Totò. Dovessi dire che mi piacciono tutti i suoi film sarebbe una bugia. Ad esempio non sopporto le prime interpretazioni, dove l’attore si esibisce con smorfie e mossette, ma è comprensibile, tante pellicole erano solo una trasposizione dell’avanspettacolo allora in auge. Nemmeno alcuni a colori, girati successivamente mi piacciono molto, in quanto vi si nota un palese istinto commerciale, di cassetta.

Ma quelli in bianconero anni 50/60? Sono incomparabili, e molto è dovuto anche alle “spalle”, che è riduttivo denominare in questo modo, data la levatura dei personaggi.

Tra i migliori senza dubbio Peppino de Filippo, che interpretò al suo fianco tantissimi film, a volte nella parte del fratello del personaggio, come in “Signori si nasce” e nel magnifico “Totò Peppino e la malafemmina, un piccolo capolavoro di umorismo con le cele bri scene della stesura della lettera e dell’arrivo a Milano con la richiesta di informazioni al “ghisa”.

Subito a seguire Aldo Fabrizi che, ne “I tartassati” o in “Guardie e ladri” ha saputo delineare personaggi diversissimi di carattere, nel primo un sottufficiale della finanza che esegue un controllo fiscale a Totò, titolare di un negozio di tessuti, e nel secondo un agente di polizia che insegue un ladruncolo (sempre Totò) prendendosi cura della sua famiglia durante la detenzione di questi.

Indimenticabile anche Paolo Stoppa, ne “Siamo uomini o caporali?” e Gino Cervi ne “Il coraggio” o Vittorio de Sica , cointerprete de “I due marescialli”.

Per non parlare poi di uno straordinario Nino Taranto, che interpretò con lui varie pellicole, tra le quali la più bella è senza dubbio”Totò truffa”

 

La personalità di Totò surclassava tutti, ovviamente, ma molto del suo successo è dovuto anche all’apporto di questi straordinari attori che lo coadiuvavano.


Faccia tosta

 

Premesso che il cosiddetto “precariato” (al quale non sono pregiudizialmente contraria, anche se riconosco che abbisogna di serie modifiche) è figlio del “pacchetto Treu” – proposto durante il Governo Dini ed attuato dal Governo Prodi -, destinato ad accrescere, seppure temporaneamente, l’occupazione giovanile, viene da ridere vedere la CGIL in piazza, Camusso in testa, che denuncia il suddetto precariato sventolando lo striscione con la scritta “Il nostro tempo è adesso, la vita non aspetta”, senza considerare che proprio il giorno prima aveva avuto luogo una manifestazione di lavoratori/lavoratrici licenziati dal predetto sindacato, in parte per essersi opposti ad anni di lavoro in nero (bell’esempio!), al mobbing o addirittura ad avances di tipo sessuale. Pochi organi di stampa hanno dato rilevanza alla notizia della sospensione di tre dirigenti della sezione CGIL di Trento che avevano postato le storture sindacali su di un blog e per questa loro iniziativa sono stati sospesi. La CGIL ha comunicato che I casi di lavoratori licenziati erano solamente 6, ma in realtà sono molti, molti di più, come si evince dal link

http://licenziatidallacgil.blogspot.com/

 
 
 

 

Oggetto: comunicato stampa 09-04-11
In riferimento alla nota della cgil nazionale inviata al tg1 in seguito alla manifestazione promossa dal “comitato dei licenziati e dei precari Della Cgil” precisiamo che ad oggi i contenziosi di lavoro già certamente AVVIATI nei confronti della cgil non sono solo 6 così come da loro dichiarato, bensì molti di più, ma quello che piu’ ci preme precisare è che aldilà del numero già estremamente significativo di contenziosi di lavoro già depositati presso i tribunali del lavoro, sarebbe auspicabile che la cgil riflettesse sul merito e sui contenuti di tali contenziosi. Infatti le cause di lavoro riguardano in prevalenza i seguenti contenuti:
LAVORO NERO, LAVORO IRREGOLARE, MOBBING, MOLESTIE, CONTRATTI ATIPICI, LICENZIAMENTI PER RAPPRESAGLIA E RITORSIONI, INTERMEDIAZIONE ILLEGITTIMA DI MANODOPERA. CE N’è QUANTO BASTA PER EVIDENZIARE CHE QUANTO AFFERMATO DALLA CGIL, CIOè TENTARE DI RIDIMENSIONARE UN FENOMENO ORMAI EVIDENTE E PURTROPPO LARGAMENTE DIFFUSO NELL’ORGANIZZAZIONE CON PALESI VIOLAZIONI DI DIRITTI DEL LAVORO E DELLA PERSONA NON Può TROVARE GIUSTIFICAZIONE ALCUNA IN FRASI DI CIRCOSTANZA O PEGGIO NEL TENTATIVO POLITICAMENTE POCO LUNGIMIRANTE DI NEGARLI. Per rendere ancora più visibile la nostra grave situazione e denunciare la violazione dei diritti nella cgil annunciamo sin da ora che da lunedì 11 04 11 DALLE ORE15 VERRA’ PROMOSSO INSIEME A TUTTE LE REALTA’ SOCIALI E SINDACALI CHE VORRANNO SOSTENERCI A MANTENERE UN PRESIDIO PERMANENTE davanti alla sede nazionale della cgil sita in corso d’Italia.

 

 

Mi chiedo allora perchè protestare ADESSO perchè al Governo c’è Berlusconi e non a suo tempo, quando al governo c’era Prodi. A pensar male magari si fa peccato ma ci si azzecca!


Dalla mia provincia…


Mi sono accorta di aver inserito poesie e canzoni in vari dialetti, meno che in quelli della mia provincia….rimedio subito con un brano dei Kastelruther Spatzen. Sembra strano chiamare “passerotti” degli omoni grandi e grossi, ma è così…. Magari il brano non vi piace, ma da noi si canta così 🙂


Per favore, non rompetemi i Maroni

Mi ricollego al post di qualche giorno fa in cui parlavo delle offese che volano nelle aule del parlamento. L’ultima è quella infame lanciata contro il ministro Maroni, ripresa da tutti i mezzi di informazione, lasciando intendere che sia sua la responsabilità della strage avvenuta nelle acque maltesi e non “al largo di Lampedusa” come hanno fatto intendere tanti. E l’isola di Malta, che non disdegna affatto i contributi europei per pattugliare la zona di competenza, che fa? Invece di soccorrere i naufraghi, telefona alla Marina italiana, però “coordinando” i soccorsi…col risultato che non è Malta a passare per egoista ma è l’Italia che passa come una nazione assassina e, di riflesso, l’offesa ricade sul ministro che la rappresenta. E non è l’unica volta che questo succede: l’Italia ha inviato un dossier all’Unione EUropea in cui sono elencati oltre 700 interventi effettuati dal nostro paese al posto dei maltesi, tra i quali il recupero della nave Cap Anapur nel 2004 e del mercantile turco Pinar nel 2009. Evidentemente a Malta hanno il pelo sullo stomaco alto tre dita buone, visto che si puliscono la coscienza accampando chissà quali scuse…ma i 112 milioni di euro per il pattugliamento allora a che scopo li incassano? E perché allora non chiamare assassino Zapatero, quando a suo tempo sparava sui barconi dei clandestini o, per riflesso, durante il governo Prodi1,l’allora ministro dell’Interno nel 1997, ora nostro presidente della Repubblica, quando si speronò la Kater, una nave piena di albanesi, causando un numero altissimo di vittime??

Purtroppo certe persone quando parlano non si preoccupano di collegare alla bocca il cervello, con il risultato che tutti hanno visto sui giornali ed in televisione… Quando si dice “sotto la Zazzera niente”…ossia solo una scatola cranica desolatamente vuota, tanto da costringere lo stesso Di Pietro a domandare scusa per l’onorevole (?) Zazzera che fa parte della sua corrente politica, e una grande lode a Maroni che con notevole fairplay ha lasciato cadere la cosa senza alimentare altre polemiche.

Ah, speriamo che non levino il video da youtube, come hanno fatto con quello della figuraccia fatta dai nostri parlamentari interrogati sulla ricorrenza del 17 marzo… ma già…siamo in democrazia 🙂


piccole delusioni

Iniziano le belle giornate (ieri 30 gradi), si cominciano a far brevi gite o si ricevono amici, come ieri. Fa piacere rivederli, dopo parecchio tempo…però c’è un piccolo neo: la mania di shopping di lei… quasi tutto il pomeriggio in giro per negozi per vedere cose che ci sono anche nella sua Milano…


Offese

 
 
 
 
 
 
 
 

 

 

Voce dal sen fuggita

poi richiamar non vale;

non si trattien lo strale

quando dall’arco uscì.

 

(Pietro Metastasio)

Come avevo già scritto in un commento pregresso, l’educazione difetta nei nostri politici, vedi la Bindi contro la Concia, Formigoni contro Vendola, Di Pietro contro Berlusconi e Frattini, La Russa contro Fini. Ma la peggiore offesa è stata quella nei confronti della disabile Ileana Argentin, apostrofata come handicappata da parte di Polledri. Quest’ultimo poi si è scusato, ma intanto l’epiteto era stato pronunciato. Fuori dalla sede parlamentare poi Grillo batte tutti, avendo promosso perfino un Vaff..day.

Ce ne sarebbero altre, ma al momento non mi vengono in mente.

Sui giornali e nei blog poi le espressioni si sprecano, e quelle che più mi fanno pena sono quelle che prendono in giro le minorazioni fisiche degli avversari, quali il nano Brunetta, il gobbo Andreotti, il mortadella Prodi o il nano malefico Berlusconi. Mi fanno soprattutto pena perché chi usa simili espressioni non solo pecca di maleducazione, ma anche di poca originalità e di poco spirito, ripetendo pappagallescamente slogan ed epiteti inventati da guitti televisivi a qualsiasi fazione politica appartengano. Adesso il Presidente Napolitano ha bacchettato tutti, invitando i parlamentari ad una maggiore correttezza quasi fosse un maestro che rampogna degli scolaretti…

Se dobbiamo arrivare a questi livelli…siamo messi davvero bene!

 

 

 


Razzismo, xenofobia, intolleranza

 

C’è molta confusione tra questi tre termini, che vengono a volte usati indistintamente e quindi impropriamente.

Razzismo è l’atteggiamento di chi si ritiene SUPERIORE a qualcun altro in virtù di una specifica differenza biologica o meno. L’esempio più semplice è quello del bianco che si ritiene superiore all’uomo di colore, oppure quello classico dei “WASP”, bianchi anglosassoni e protestanti nei confronti di chi è cattolico o ebreo, nero o giallo. Ma anche chi si ritiene migliore per altre ragioni. L’uomo nei confronti della donna, specie nei paesi meno sviluppati, l’istruito nei confronti dell’ignorante, il sano verso l’handicappato,l’eterosessuale nei confronti dell’omosessuale  o anche verso chi professa differenti idee politiche… Insomma ogni presunta superiorità rispetto a qualsiasi essere del genere umano.

Xenofobo è invece chi ha paura da chi è diverso da noi, perché lo “straniero” ha usanze, culture o modi di vivere diversi dai nostri, perché si ha paura che possa in qualche modo sconvolgere un modo di vita consolidato, minando la sicurezza del nostro lavoro e delle nostre tradizioni, assorbendole o addirittura cancellandole, ed in parte è una paura condivisibile e comprensibile.

Molto spesso però si tratta di semplice intolleranza, e di questo, credo, siamo tutti capaci. Ci danno fastidio, ad esempio, certe manifestazioni estreme promosse dai circoli gay, ci danno fastidio certi atteggiamenti arroganti di altre etnie che arrivano qui e subito pretendono quanto ci siamo guadagnati con anni di lavoro nostro e dei nostri avi. Vedo ad esempio in questi giorni questi presunti “PROFUGHI”” che sbraitano gridando “libertà” e rifiutando il cibo che forniamo loro perché non conforme alle loro abitudini.

Mi chiedo allora…gridate “libertà”? restavate nei vostri paesi a combattere per essa… non vi va cosa vi diamo per rifocillarvi? Ma cosa pretendete?

Siamo disponibili ad aiutarvi, ma anche da parte vostra ci vuole rispetto ed educazione, e tanti di voi non ne hanno minimamente. Nessuno vi ha chiamato qui, ma una volta che ci siete, abbiate almeno la decenza di capire che non possiamo attrezzarci in pochi giorni per accogliere una così gran massa di gente….


La mia medicina

Quando sono depressa o anche solamente di cattivo umore, ho un’ottima medicina. Non serve ricetta medica, non bisogna pagare ticket…bastano una poltrona, un angolo tranquillo ed un libro di Giovannino.

Giovannino? Sì, Giovannino. Ormai è di famiglia, lo conosco praticamente da quando sono nata, credo perfino che quando ero bambina mia madre al posto delle favole, per addormentarmi, mi leggesse uno dei suoi racconti. E’ invece certo che mio padre lo usava come libro di lettura durante le vacanze estive che passavamo dalla nonna, e mi ci faceva pure i dettati o mi costringeva a riassumere quello che avevamo letto.

Parlo di Giovanni Guareschi, il “papà” di don Camillo e Peppone e del loro straordinario Mondo piccolo che gravita in quella fetta di Bassa padana piatta ed afosa, che lo stesso Guareschi ha saputo anche rappresentare con pochi tratti di china, disegni essenziali ma molto esplicativi. Naturalmente non parlo solo della saga del Mondo piccolo, ma anche degli altri suoi scritti, quali “La scoperta di Milano”, “Il destino si chiama Clotilde”, i volumi de “L’Italia provvisoria”, “Diario clandestino”, “Il decimo clandestino”, la dolcissima “Favola di Natale” e quello che meglio descrive la sua vita, ossia il “Corrierino delle famiglie”,con la moglie Margherita, la figlia Carlotta, soprannominata la Pasionaria, ed il piccolo Albertino.

Quando mio padre venne a mancare, in cantina conservava ancora intere annate del fogliaccio, ossia il Candido, che riuscii in parte a leggere. Rappresentavano un’Italia che non avevo conosciuto, in quanto lo scrittore morì pochi anni dopo la mia nascita ed egli raccontava moltissimo del periodo della guerra e dell’immediato dopoguerra che non avevo vissuto. Mi ero ripromessa di portare i giornali a casa mia per poterli sfogliare con calma, non solo per leggere gli scritti di Guareschi, ma anche quelli di Carletto Manzoni (quello del surreale signor Veneranda”) e di Giovanni Mosca, ma mia madre, in un momento di scoramento, li buttò tutti via unitamente ad altri ricordi cui tenevo moltissimo.

Qualche anno fa ci siamo recati a Roncole Verdi dove, a poca distanza dalla casa natale di Giuseppe Verdi, c’è il bar, in origine una locanda, di Giovannino, dove abbiamo avuto il piacere di conoscere il figlio Alberto che ci ha fatto personalmente da guida in questa casa-museo, dove sono esposte un sacco di testimonianze della vita e delle opere dello scrittore, tra le quali le svariate edizioni delle sue opere tradotte in un sacco di lingue.

Là, Guareschi amava farsi chiamare “caffettiere”, preparando egli stesso la bevanda alla macchina dell’espresso per amici ed avventori del bar. E là ho acquistato, benissimo rimasterizzati, tutti i DVD della serie di don Camillo.

Preferisco però leggere i suoi racconti, pieni di delicato umorismo e di umanità, a volte venata da tristezza…

Stamattina era appunto uno di quei giorni… e grazie alla mia “medicina” , nella fattispecie alcuni racconti appu to del Corrierino delle famiglie, ho risolto tutto con un sorriso.