Meridionali e terroni
E’ un post lasciato a lungo a covare in deposito tra le bozze. Non mi decidevo mai a pubblicarlo, timorosa di offendere la suscettibilità di qualcuno. Ma alcuni post di blogs che seguo, in aggiunta ad alcuni commenti mi hanno fatto finalmente decidere.
Non ho mai nascosto di essere per metà meridionale, quella metà che probabilmente mi dà fantasia e passione in tutto ciò che faccio, contrapponendosi alla razionalità dell’altra mia metà. Meridionale…non terrona.
Ci sono i meridionali e ci sono i “terroni”, la distinzione è d’obbligo.
Meridionale
è chi si accorge che qualcosa nella sua terra non va, vorrebbe anche cambiare (senza gattopardismi… Ossia cambiare tutto perché nulla cambi), ma è ostacolato da un ancestrale immobilismo; è chi ha avuto il coraggio di lasciare, anche se a malincuore, la sua terra per cercare altrove lavoro e, pur ricordandola con nostalgia, è comunque grato a chi gli ha offerto nuove opportunità; è chi non addossa tutte le colpe del malessere del sud al nord “bieco e razzista”, ma cerca di capire cosa non funziona in questo paese. E’ chi ha ancora più coraggio, restando nel suo paese e dandosi da fare perché le cose piano piano migliorino, restituendo dignità ad un territorio semplicemente meraviglioso.
Terrone
invece è chi si crogiola nell’assistenzialismo, contentandosi di campare, senza cercare di progredire; chi cerca di “fregare” il prossimo, vuoi con i rimborsi delle assicurazioni con incidenti fasulli, o con false pensioni di invalidità o gli altri mille espedienti che nascono da una immaginazione che potrebbe essere indirizzata verso altre attività più lecite. E non parlo solo di chi si “arrangia” in quanto senza lavoro o prospettive: parlo anche di molti professionisti, quali medici, avvocati, farmacisti che inscenano truffe fantasiose per lucrare sui rimborsi ed altre provvidenze statali, oppure di quegli impiegati pubblici pagati per lavorare e che di certo non si sprecano per farlo. L’ultimo caso alla ribalta della cronaca è quello di una madre che ha raccolto fondi, tramite partite di calcio e serate di beneficienza, per curare la figlioletta che scoppiava di salute.
Complice anche un certo tipo di cinema, che ha proposto l’immagine di certi personaggi del sud, simpatici per carità, ma anche cialtroni, l’idea del meridionale che si “arrangia” è dilagata, fino ad assumere dimensioni extra-territoriali, quasi che con una risata si potesse cancellare tutto, senza però considerare il pessimo esempio che proponeano, in nquanto il colpevole” mai veniva punito, anzi spesso passava per l’eroe di turno.
Certo, casi simili esistono anche quassù, ma, come dico sempre, è questione di proporzioni: per un caso al Nord, quanti ce ne sono al Sud? Io sono figlia di un meridionale che, rimasto orfano a poco più di 16 anni, ha dovuto sobbarcarsi il peso di una madre casalinga, di una sorella minore e di una casa ancora da pagare, abbandonando gli studi e iniziando a lavorare. Terrone è chi, molti anni dopo, approfittando di una serie di coincidenze, di salute e di ingenuità, si è approfittato di mia zia, una povera donna anziana facendosi intestare, senza alcun merito e con false promesse di assistenza, i pochi beni dei quali era in possesso. Mio padre lo ricordo, oltre che con affetto, anche con orgoglio, perché non si è mai piegato a facili compromessi ed ha sempre agito con onestà e rettitudine. Ecco, vorrei che il Sud fosse popolato tutto da meridionali come lui.
Cosa ne pensate?