Il profumo del pane
Tanti ci dicono: che buon pane avrete a Bolzano….niente di più sbagliato! Stanchi di mangiare quelle schifezze semi-industriali che ci propina un noto panificio cittadino, con la mollica ancora umida e gommosa e la crosta per nulla croccante, o di doverci recare in santa malora per comprare un paio di pagnotte buone (che arrivano da un paesino sul Renon), qualche mese fa abbiamo deciso di prepararci il pane in casa. Le prime volte, nonostante le spiegazioni allegate alla macchina (una Kenwood) sono usciti dei pani quasi immangiabili, ma col passare del tempo, aiutati anche dai consigli della signora che ci vende le farine, abbiamo raggiunto ottimi risultati. Ogni due mattine allora c’è il rito consueto… Bilancia, misurini, farina integrale (non del supermercato!), mescolata ad una piccola quantità di farina tipo2, sale (la metà della dose indicata), olio, zucchero e lievito sciolto in acqua tiepida con una punta di miele… Si sceglie il programma, la pezzatura del pane e il tipo di crosta desiderata… Poi fa tutto la piccola fornaia (come la chiamo io): mescola, impasta, si ferma per la lievitazione ed infine cuoce. Il bello è quando usciamo per la spesa o altre incombenze ed al ritorno per casa aleggia quel buon profumo di pane che non sentivo da tempo, e mi fa ricordare quando lo preparava nonna (ma nel forno a legna) per conservarlo nella madia. Ovvio che non ci sia varietà di forme. A seconda del peso, esce un cubo o un parallelepipedo, ma la fragranza, la leggerezza della mollica, lo scrocchiare leggero della crosta, il sapore, anche l’aspetto dorato… compensano ampiamente questo problema. Tra poco faremo altri esperimenti, aggiungendo o semini di girasole, o pezzettini di verdure…
Cosa ne pensate?