Lassù tra le montagne – 2 – leggende dolomitiche
Forse non tutti sanno che le Dolomiti vengono chiamate anche Monti Pallidi a seguito di un prodigioso incantesimo avvenuto ai tempi dell’antico Regno delle Dolomiti, quando la roccia delle montagne aveva lo stesso colore delle Alpi. Tale regno era ricoperto di prati fioriti, boschi lussureggianti e laghi incantati. Ovunque si poteva respirare aria di felicità e armonia meno che nel castello reale. Bisogna infatti sapere che il figlio del re aveva sposato la principessa della luna, ma un triste destino condannava i due giovani amanti a vivere eternamente separati. L’uno non poteva sopportare l’intensa luce della luna che l’avrebbe reso cieco, l’altra sfuggiva la vista delle cupe montagne e degli ombrosi boschi che le causavano una malinconia talmente profonda da farla ammalare gravemente.
Ormai ogni gioia sembrava svanita e solamente le oscure foreste facevano da solitario rifugio al povero principe. Ma si sa, però, che proprio le ombrose selve sono luoghi popolati da curiosi personaggi, ricchi di poteri sorprendenti e capaci di rovesciare inaspettatamente il corso degli eventi. Ed è così che un giorno, nel suo disperato vagare, il principe si imbattè nel re dei Salvani, un piccolo e simpatico gnomo in cerca di una terra per il suo popolo. Dopo aver ascoltato la triste storia del giovane sposo, il re dei Salvani gli propose, in cambio del permesso di abitare con la propria gente questi boschi, di rendere lucenti le montagne del suo regno. Siglato il patto, gli gnomi tessero per un’intera notte la luce della luna e ne ricoprirono tutte le rocce. La principessa potè così tornare sulla terra per vivere felicemente assieme al suo sposo e le Dolomiti presero il nome di Monti Pallidi.
Immaginazione e bugie
Discutevo di bugie e bugiardi l’altro giorno, con un amico, sempre a proposito di Internet e delle falsità che in esso circolano. Lui sostiene che la bugia altro non è che una personificazione dei nostri sogni, perché le prime bugie le raccontiamo a noi stessi. Io, senza nulla togliere al suo ragionamento, che almeno in parte ritengo veritiero, sostengo invece che la bugia è un sintomo di infantilismo, di rifiuto di crescere, dove immergersi in un mondo di immaginazione, è una via di fuga dalla realtà, come appunto fanno quanti desiderano restare ancora bambini. Sono bugiardi coloro che sono insicuri di se stessi, mancano di autostima, peccano di mancanza di responsabilità, sono, in poche parole, sostanzialmente degli immaturi. Queste persone, mentendo, si illudono di essere superiori o migliori di quanto in effetti siano veramente, attraverso la finzione FORSE credono maggiormente in se stessi, ma a quale prezzo? Ben presto la mistificazione viene smascherata, e le frustrazioni invece di essere accantonate, aumentano. In breve, la verità è coerenza, consapevolezza delle nostre qualità (ciascuno ne ha, in varia misura) e soprattutto cognizione della propria identità. Diverso invece il caso dei sogni. Vero che anch’essi siano una “mistificazione”. La differenza sostanziale è che la menzogna è rivolta ad altre persone, l’immaginazione, il sogno, l’irrealtà sono relativi solo alla sfera personale, coinvolgono una persona senza per questo causare danni ad altri se non a noi stessi.
Cosa ne pensate?