frase del giorno
Oggi seren non è
Diman seren sarà
Se non sarà seren
Si rasserenerà.
esco a fare 2 passi…
Anzi, 3. Solo che si tratta del Passo Stelvio, del Bernina e del Pass dal Fuorn (Ofenpass)…
Il passo dello Stelvio è alto m.2758, e collega la val Venosta con la Valtellina. Ci sono 36 tornanti sul versante lombardo e ben 48 su quello altoatesino. Anche questo passo è frequentato da ciclisti che vogliono cimentarsi con la salita già affrontata da numerosi campioni di questo sport, (non per altro è spesso stato “Cima Coppi”, in quanto il campionissimo vinse il suo ultimo Giro d’Italia proprio grazie al distacco che riuscì ad infliggere agli avversari scalando queste cime) e che presenta pendenze fino all’11%. Il passo fu fatto costruire dall’Imperatore Ferdinando 1^ d’Austria, per poter raggiungere “agevolmente” Milano dall ‘Impero austriaco.
Anche il Bernina non scherza, essendo alto m.2323, però ha una pendenza notevolmente inferiore, al massimo del 7,5%. Il paesaggio è anche più dolce, e il passo è raggiungibile anche con il famoso trenino rosso che collega Tirano a Saint Moritz, e che in estate è dotato anche di 2 carrozze panoramiche scoperte di colore giallo.
Il Pass dal Fuorn (Ofenpass) collega infine il cantone dei Grigioni (Engadina) con la Val Venosta, ed è alto “solo” m.2149, e costeggia un bellissimo parco naturale, dove tutto è lasciato allo stato selvaggio, sia la fauna che la flora.
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Un giretto di due giorni, nemmeno anzi, perchè non abbiamo cuore di lasciare la gattina sola per tento tempo. Abbiamo pernottato a Bormio. La Valtellina è bellissima, anche se non come le mie amatissime Dolomiti. La cucina è molto rustica, basata su quello che offre il territorio, quindi formaggio bitto (Valtellina Casera) e soprattutto il grano di montagna, ossia grano saraceno, con il quale si preparano i pizzoccheri (tagliatelle cotte nell’acqua in cui si sono bollite le verdure – patate e verze – e condite poi con il succitatoi bitto), e gli sciàtt.
In lombardo (lo si usa anche nel comasco), sciàtt vuol dire rospo, quindi ho domandato al ristoratore cosa fosse esattamente. Pensavo infatti che fosse un piatto tipo quelli che usano in Lomellina, a base di rane, ma mi sbagliavo di grosso. Gli sciàtt infatti non sono altro che delle palline di bitto avvolte in una pastella a base di grano saraceno e fritte, servite su una base di insalatina: gonfiandosi, assumono una forma particolare che assomiglia appunto a quella di piccolo rospetti.
Noi, quando si esce, mangiamo solitamente prodotti rigorosamente del posto, perché ci piace gustare le specialità tipiche. Quindi alla sera abbiamo cenato con i pizzoccheri, ed il giorno seguente abbiamo gustato questi sciàtt. Il grano saraceno è stato usato anche per i dolci: una sfoglia croccante accompagnava il sorbetto a base di Braulio, e pure la mousse di frutti di bosco era accompagnata da biscottini impastati con questo cereale. Il tutto innaffiato naturalmente da vino del posto, l’Inferno….(solo alla sera, visto che il giorno seguente ci aspettava il ritorno in auto, e su questo punto non transigiamo….se si guida, non si beve!). Ah..naturalmente abbiamo fatto provvista anche di bresaola, Inferno e Sassella…
succede anche questo
chiuso…a tratti…per ferie…
che domenica…
Doppietta Ferrari e il 3^ posto di Doctor House Valentino che, malandato com’è, equivale ad un primo…
giustizia – in nome del popolo italiano
Trento
Il Tribunale di Trento ha sottratto un bimbo alla madre immediatamente dopo la nascita. Premesso che un gesto simile non viene fatto nemmeno nei confronti degli animali (per i quali si attende almeno che venga concluso lo svezzamento), l’unico torto di questa ragazza è di essere troppo povera, potendo contare solo su un reddito mensile di € 500. Perciò, invece di disporre che le istituzioni (Caritas ed affini, tanto propense ad aiutare immigrati e simili) vengano in aiuto a questa giovane mamma (che, nonostante tutto si è rifiutata di abortire), sia con un sussidio che con la ricerca di un posto dignitoso, non ha trovato nulla di meglio che dichiarare l’immediata adottabilità del piccolo, in pieno sprezzo della Costituzione che "protegge la maternità, l’infanzia e la gioventù favorendo gli istituti necessari a tale scopo" (art.31).
La stessa legge sull’adozione recita infine che "le condizioni di indigenza dei genitori non possono essere d’ostacolo all’esercizio del diritto del minore ad avere una famiglia, e che a tal fine sono disposti interventi di sostegno e di aiuto".
Non tutti i torti sono da addebitarsi al Giudice che ha emesso la sentenza, resa nota da uno psicologo del Tribunale, ma lo zampino ce l’hanno messo anche certi assistentri sociali, che tutto sanno fare, meno che il loro lavoro.
Nel frattempo, i rom continuano a sfornare figli, vengono anzi sovvenzionati per questo, e continuano imperterriti a sfruttare i minori facendoli mendicare se non peggio….
senza titolo
Potevi essere la canzone del mio umile sguardo
e sei diventato l’inferno delle mie ore.
Potevi tradire finalmente il destino
e sei diventato aquila di furbizia.
(Alda Merini)
frase del giorno
Quello che conta tra amici non è ciò che si dice, ma quello che non occorre dire.
Albert Camus
caldo…caldo…caldo
Mi rinfresco sventagliandomi…sperando che basti
sole a mezzanotte
No, non è che improvvisamente ci siamo spostati al polo… Magari… È che anche di notte la temperatura non scende sotto i 25 gradi, con i disagi che ne conseguono. Poi questi passaggi repentini dal gelo al caldo quasi africano sconvolgono chiunque.
al mio più caro amico…
frase di oggi
La vera libertà di stampa è dire alla gente ciò che la gente non vorrebbe sentirsi dire.
(George Orwell)
lassù tra le montagne 3 -leggende dolomitiche
Di lui si innamorò nascostamente la valchiria Sittlieb, che era al suo servizio come cavaliere e per lui creò nel suo giardino il più bel roseto che mai si fosse visto.
Ma Laurino si era innamorato di Similde, una fanciulla nobile, così bella, che per darla in sposa il padre indisse un torneo, al quale re Laurino fu escluso perché era un nano.
Laurino non potendo rinunciare alla donna che tanto amava, indossò il cappello dell’invisibilità e la rapì. La condusse nel suo castello e la rinchiuse nel bellissimo roseto colmandola di attenzioni.
Sittlieb saputa l’intenzione di Laurino di sposare un’altra donna, fuggì col cuore infranto e si recò da una maga per farsi fare un sortilegio e poter diventare come un uomo, ma la magia prevedeva che non sarebbe mai più potuta tornare nel giardino da lei creato o avrebbe perso la vita.
Mentre Similde era prigioniera nel roseto di Laurino, Hartwig, il cavaliere che l’aveva protetta nel bosco una volta che lei si era persa e che di lei era innamorato, partì alla volta del giardino per liberarla. Al suo ingresso trovò delle ninfe che gli dissero che solo un bambino o un giullare sarebbero potuti entrare nel giardino e si aspettavano da lui un canto. Il giardino, infatti, era circondato da un sottile filo di seta, e chiunque l’avesse sfiorato, avrebbe fatto accorrere tutta la guardia di re Laurino. Egli declamò la poesia per Similde e gli fu detto il vero motivo per il quale era stata rapita.
Il Conte, padre di Similde, sdegnato, non aveva comunque voluto accettare la partecipazione di Laurino al torneo, e Hartwig si vide costretto a chiedere l’aiuto di Re Teodorico per liberare Similde. Teodorico accettò, considerando una facile l’impresa di penetrare nel regno dei nani per liberare la fanciulla, pur sapendo che Laurino era in possesso di arti magiche, quali una cintura che gli dava la forza di dodici uomini, una corazza impenetrabile e il cappello che lo rendeva invisibile, grazie al quale aveva appunto rapito la fanciulla.
La via d’accesso per i monti del Rosengarten era nota per essere inaccessibile, ma il cavaliere con l’elmo disse di esserci già stato. Re Teodorico decise che sarebbe stato lui a guidarli, e lo obbligò anche quando il cavaliere si mostrò contrario predicendo la propria morte.
Giunti al roseto, Teodorico, tagliò il filo di seta che lo circondava, e subito gli apparve davanti re Laurino in persona che iniziò con lui un duello cruento.
Re Laurino si fece invisibile e si avvantaggiò, ma Re Teodorico riuscì ad afferrarlo, e togliendoli cintura, cappuccio e armi, lo sottomise.
Liberata Similde, ella disse che re Laurino era di nobile animo e che l’aveva trattata sempre con cura e amore. Chiese così a Re Teodorico di noti umiliarlo oltre e di lasciarlo andare. Questi allora tese la mano a Laurino e gli offrì la pace. Fu organizzato un grande banchetto nel salone nella cavità delle montagne.
Ma dopo la mezzanotte, quando tutti erano andati a dormire, un minatore svegliò Laurino, perché un cavaliere del re Teodorico si aggirava per il roseto con l’intento di penetrare nelle montagne con intenti malvagi.
Subito i nani lo fronteggiarono, ma i rumori destarono Re Teodorico che pensò ad un tranello e fece brandire ai suoi le armi. Laurino pensò allora ad un’intesa tra Teodorico e il cavaliere contrario alla pace e quindi si riaprirono le ostilità.
Ancora una volta gli uomini di re Teodorico avevano avuto la meglio, ma il cavaliere con l’elmo pretendeva la libertà di re Laurino arrivando a sfidare lo stesso re Teodorico a duello. Ferito, gli venne tolto l’elmo e si scoprì che era una donna, la valchiria Sittlieb, che rimasta fedele a re Laurino stava morendo a causa del sortilegio.
Nel frattempo Hartwig aveva portato al sicuro Similde, promettendole di difenderla per sempre, proposta che Similde accettò e visse così il resto della sua vita felice accanto al cavaliere che l’aveva salvata.
Terminò così la guerra nel roseto e re Laurino fu condotto prigioniero da re Teodorico.
Dopo un lungo periodo Laurino riuscì però a liberarsi e a tornare alle sue montagne ove, colto da profonda tristezza, e non trovando più i suoi, fece pietrificare il roseto intero e pronunciò una formula magica in forza della quale le rose non potevano essere più viste né di giorno, né di notte. Ma dimenticò il crepuscolo, perciò da allora ad ogni tramonto, riappaiono tutte le rose tingendo di un meraviglioso rosa l’intera montagna, chiamata appunto Rosengarten.
E’ questa l’"Enrosadira": il momento magico del giardino delle rose.

Lassù tra le montagne – 2 – leggende dolomitiche
Forse non tutti sanno che le Dolomiti vengono chiamate anche Monti Pallidi a seguito di un prodigioso incantesimo avvenuto ai tempi dell’antico Regno delle Dolomiti, quando la roccia delle montagne aveva lo stesso colore delle Alpi. Tale regno era ricoperto di prati fioriti, boschi lussureggianti e laghi incantati. Ovunque si poteva respirare aria di felicità e armonia meno che nel castello reale. Bisogna infatti sapere che il figlio del re aveva sposato la principessa della luna, ma un triste destino condannava i due giovani amanti a vivere eternamente separati. L’uno non poteva sopportare l’intensa luce della luna che l’avrebbe reso cieco, l’altra sfuggiva la vista delle cupe montagne e degli ombrosi boschi che le causavano una malinconia talmente profonda da farla ammalare gravemente.
Ormai ogni gioia sembrava svanita e solamente le oscure foreste facevano da solitario rifugio al povero principe. Ma si sa, però, che proprio le ombrose selve sono luoghi popolati da curiosi personaggi, ricchi di poteri sorprendenti e capaci di rovesciare inaspettatamente il corso degli eventi. Ed è così che un giorno, nel suo disperato vagare, il principe si imbattè nel re dei Salvani, un piccolo e simpatico gnomo in cerca di una terra per il suo popolo. Dopo aver ascoltato la triste storia del giovane sposo, il re dei Salvani gli propose, in cambio del permesso di abitare con la propria gente questi boschi, di rendere lucenti le montagne del suo regno. Siglato il patto, gli gnomi tessero per un’intera notte la luce della luna e ne ricoprirono tutte le rocce. La principessa potè così tornare sulla terra per vivere felicemente assieme al suo sposo e le Dolomiti presero il nome di Monti Pallidi.
Immaginazione e bugie
Discutevo di bugie e bugiardi l’altro giorno, con un amico, sempre a proposito di Internet e delle falsità che in esso circolano. Lui sostiene che la bugia altro non è che una personificazione dei nostri sogni, perché le prime bugie le raccontiamo a noi stessi. Io, senza nulla togliere al suo ragionamento, che almeno in parte ritengo veritiero, sostengo invece che la bugia è un sintomo di infantilismo, di rifiuto di crescere, dove immergersi in un mondo di immaginazione, è una via di fuga dalla realtà, come appunto fanno quanti desiderano restare ancora bambini. Sono bugiardi coloro che sono insicuri di se stessi, mancano di autostima, peccano di mancanza di responsabilità, sono, in poche parole, sostanzialmente degli immaturi. Queste persone, mentendo, si illudono di essere superiori o migliori di quanto in effetti siano veramente, attraverso la finzione FORSE credono maggiormente in se stessi, ma a quale prezzo? Ben presto la mistificazione viene smascherata, e le frustrazioni invece di essere accantonate, aumentano. In breve, la verità è coerenza, consapevolezza delle nostre qualità (ciascuno ne ha, in varia misura) e soprattutto cognizione della propria identità. Diverso invece il caso dei sogni. Vero che anch’essi siano una “mistificazione”. La differenza sostanziale è che la menzogna è rivolta ad altre persone, l’immaginazione, il sogno, l’irrealtà sono relativi solo alla sfera personale, coinvolgono una persona senza per questo causare danni ad altri se non a noi stessi.
frase del giorno
Siamo fatti anche noi della materia di cui son fatti i sogni; e nello spazio e nel tempo d’un sogno è racchiusa la nostra breve vita.
(William Shakespeare)
Lassù tra le montagne
Sono sempre stata innamorata della montagna. Il mare, così piatto ed immenso mi sgomenta, mentre i monti con le loro vette ed i loro paesaggi sempre diversi, mi affascinano. È bello alzarsi presto, alla mattina – da sempre sono ormai abituata a svegliarmi per tempo, ancora dai tempi in cui lavoravo – e partire per luoghi che ormai conosco bene, ma che sono sempre bellissimi. Si parte dalle zone adiacenti alla città, circondata da coltivazioni di meli, ancora avvolti dalla bruma mattutina, quando gli irrigatori automatici formano piccoli archi iridescenti ai primi raggi del sole, per poi salire verso le colline coltivate a vigneti, con pergole basse ed ombrose.
Quindi si arriva alle zone dei prati, tanto folti da sembrare una moquette ottime per i pascoli delle mucche di razza bruno-alpina dal muso dolcissimo
e, al loro limite, i boschi di larici, abeti e pini nei loro differenti toni di verde. Pian piano i boschi lasciano spazio ai pini mughi, bassi e contorti, ed alle macchie di rododendri
che, quando sono in fioritura, sono semplicemente spettacolari. Ed alla fine, le rocce, aspre, nude, di una bellezza strabiliante, sempre diverse, modellate dal vento e dagli altri agenti atmosferici, dove, in alcuni posti, persiste ancora la neve e da alcuni anfratti fuoriescono cascatelle impetuose e spumeggianti. Se poi le rocce sono le Dolomiti, lo spettacolo è assicurato. Non per altro sono state recentemente incluse tra il patrimonio dell’Umanità. Data la mia zona, sono particolarmente affezionata alle Dolomiti che si vedono dalla mia città (potevo ammirarle benissimo dalla finestra del mio studio), ossia l’altopiano dello Sciliar ed il Catinaccio, detto anche Rosengarten (Giardino delle rose), perché al tramonto diventa davvero di un rosa molto acceso.
olèèèè
Spagnaaaaaaaaaaaaaaaa
Favoloso il polpo Paul, che ha azzeccato anche questo pronostico
All’inizio ho tifato Germania, ma proprio la Spagna l’ha eliminata, bloccandole completamente il gioco…e sono contentissima per la Spagna.
Frase del giorno
Si ha gioia spesso di un nonnulla; distruggere questa gioia è cattivo, quando, col lasciarla sussistere, si accresce ancor più la felicità di chi la prova.
(Alexandre Dumas – La signora delle camelie)
frase del giorno
Nel destino di ogni uomo può esserci una fine del mondo fatta solo per lui. Si chiama disperazione. L’anima è piena di stelle cadenti.
(da L’uomo che ride – V.Hugo)
che tristezza…
4 anni fa eravamo campioni del mondo, ed ora…
frase del giorno
Tutti gli uomini sognano. Non però allo stesso modo. Quelli che sognano di notte nei polverosi recessi della mente si svegliano al mattino per scoprire che il sogno è vano. Ma quelli che sognano di giorno sono uomini pericolosi, giacché ad essi è dato vivere i sogni ad occhi aperti e far sì che essi si avverino.
(Thomas Edward Lawrence)
Ciao Lelio
…ci lasci la tua musica ed il tuo swing…
frase del giorno
I sogni non svaniscono, finché le persone non li abbandonano.
(Phantom F. Harlock)
indovinala polpo
Il polpo Paul aveva sentenziato "Spagna"… E probabilmente a causa della profezia infausta finirà lessato con le patate. Del resto se avesse azzecato il pronostico l’avrebbero bollito comunque perché inattendibile…
Cosa ne pensate?