La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

Archivio per febbraio, 2010

Pagina bianca

 
In ogni pagina bianca c’è una poesia nascosta….

frase del giorno

Sogna ciò che ti va; vai dove vuoi; sii ciò che vuoi essere, perché hai solo una vita e una possibilità di fare le cose che vuoi


frase del giorno

Per quelli che sanno, le spiegazioni non servono.

(lapalissiano, no?)

 


Google

 
 

Dei dirigenti di Google sono stati condannati in quanto su You Tube è stato postato un video in cui degli sciagurati maltrattavano un disabile.
Fermo restando che l’azione è quanto mai schifosa (non trovo termine più adatto), è come se si condannassero le Poste in quanto questo mezzo è stato utilizzato per inviare lettere oscene, o di minaccia, o di ricatto.
Invece di punire il malfattore, si colpisce chi rende visibile il misfatto. Piuttosto rendiamo obbligatoria, in certuni casi, l’identificazione di chi posta scene su You tube o canali simili, in maniera da poter risalire subito a chi ha commesso il crimine.
Lo stesso dicasi di Facebook, dove degli altri idioti hanno creato il sito della caccia al bambino down…io propongo invece di dare la caccia a questi delinquenti…purtroppo, come si dice, la madre degli imbecilli è sempre incinta…

dedicato agli uomini

Ho da poco terminato di leggere "Nel nome del padre" di Biondillo, uno scrittore che apprezzo da tempo, anche perché le sue storie hanno come sfondo Milano. In quelle pagine ho rivissuto tutto il tormento che ha afflitto un nostro caro amico il quale, dopo la separazione, si è visto ricattare dalla moglie che gli impediva di vedere i suoi due bambini. A volte noi donne siamo davvero tremende: non è giusto impedire ad un papà di visitare regolarmente la sua bambina (come nel libro) e di seguirne la vita ed i progressi. Queste sono misure che vanno prese solamente in casi estremi, quando si configurano episodi di violenza, ma non nella  vita di tutti i giorni. I bimbi hanno bisogno di tutti e due i genitori, ed a ciascuno dei due è demandato l’impegno di sorvegliare la loro salute e la loro educazione, di comune accordo, ed i figli in nessun caso debbono diventare arma di ricatto. Chi si comporta in questo modo è solo meschino non rendendosi conto del male che fa ai figli che, in età più matura, potranno sempre fare delle valutazioni, sempre che non venga fatto loro il lavaggio del cervello. Anche se il rapporto tra i coniugi si è deteriorato, quel legame che c’è tra padre e figli non va tranciato, semmai rafforzato per far sentire meno la mancanza del genitore e non creare scompensi nella psiche dei bambini, perché in definitiva, sono sempre loro quelli che ci rimettono.

frase del giorno

La cosa seccante di questo mondo è che gli imbecilli sono sicuri di sé, mentre le persone intelligenti sono piene di dubbi.
(Bertrand Russel)

Boh…se lo dice lui…io sono piena di dubbi, però non mi sento così intelligente…

 


frase del giorno

Spesso sostengo lunghe conversazioni con me stesso e sono cosí intelligente che a volte non capisco nemmeno una parola di quello che dico

(Oscar Wilde)


frase del giorno

La differenza tra l’intelligenza e la stupidità è che l’intelligenza ha un limite..


frase del giorno

Che cos’è che spinge una persona a detestarsi? Forse la vigliaccheria. Oppure l’eterna paura di vivere nell’errore, di non fare ciò che gli altri si aspettano
(Coelho)


frase del giorno

“L’uomo mente. Ma dategli una maschera e sarà sincero”.
(non so chi l’abbia scritto..e sarà poi vero?)


sotto il vestito niente

Incredibile a cosa si attacchi certa gente pur di denigrare il dott.Bertolaso…. leggere quanto segue (da "il Giornale" di oggi)

 

Due sere fa a Tetris, la bella ed equilibrata trasmissione condotta su La7 da Luca Telese, ospite con Vladimir Luxuria, Lidia Ravera, Debora Serracchiani e Carolina Lussana, osservati da tre giornalisti, David Parenzo, Mario Adinolfi e Carlo Antonelli, ho assistito alla prevedibile rappresentazione dell’Italia buona e onesta indignata contro truffatori, corrotti e corruttori. Il tema ha inizio, impostato da Telese contrapponendo «l’Italia delle meraviglie» descritta nel mio libro, all’Italia dei favori e delle ruberie.

La riproposta delle vicende che vedono coinvolto anche Guido Bertolaso, ha portato inevitabilmente a parlare di lui. Io lo avevo già fatto e ne avevo già scritto manifestando, in modo anche pittoresco, la mia totale incredulità rispetto ad accuse che sconfinavano in un grottesco voyeurismo. Il tema degli ultimi giorni era stato, nel caso di Bertolaso, quello se i massaggi praticati sul suo corpo si fossero limitati ad alcune parti, o estesi ad altre, ritenute più sensibili. Distinzione risibile, nell’intimità di una stanza chiusa e non potendosi stabilire quali siano i confini della sessualità. Si può escludere che essa riguardi collo, orecchie o piedi? E dunque io ho fieramente cercato di contrastare questa macelleria (in senso letterale) giudiziaria e giornalistica, stimolato dalla pubblicazione di ambigue intercettazioni, una delle quali costringeva a immaginare due personaggi che cercavano, senza trovarlo, un preservativo nella stanza del massaggio.

Uno spettacolo turpe, con voyeur in prima fila pronti al linciaggio. Ammaliato dalle intercettazioni e assolutamente convinto della infallibilità dei magistrati, Eugenio Scalfari non vedeva l’ora di esclamare: «Ma adesso Bertolaso deve lasciare», vaneggiando sulla dissociazione del presidente della Repubblica. Più timidamente, il giornalista del Corriere Lorenzo Salvia ha osservato che «resta una anomalia nel rapporto tra controllore e controllato».

Ma nessuno era arrivato, nella sistematica impresa di demolizione di Bertolaso, chiamato dall’impeccabile Travaglio «Bertolaido» o «Bertoladro» (quanta pazienza!), alle sottigliezze dei denigratori arruolati da Tetris. Certi e sereni nel giudizio, Lidia Ravera e Debora Serracchiani, che Bertolaso fosse un qualunque funzionario dello Stato senza particolari meriti e qualità. Ho cercato di spiegare loro che è l’uomo a fare la funzione e non la funzione a fare l’uomo, e che altri non avrebbero avuto la stessa determinazione ed efficacia. Mi viene naturale pensare che gli uomini prevalgano sui ruoli, per la loro personalità e per la loro capacità. Così ho richiamato alla Serracchiani, aspirante a una improbabile etica della politica, che le due sfere sono separate, e che Benedetto Croce, in una pagina mirabile da me ripubblicata su questo giornale, aveva escluso che i comportamenti personali, perfino i vizi, potessero in qualche modo avere a che fare con l’azione politica: «Il vero politico onesto è il politico capace».

Niente da fare. Per un equivoco massaggio (altri crimini non gli vengono attribuiti), Bertolaso si deve dimettere. Ho provato a ricordare che a lui, oltre alla liberazione dall’immondizia a Napoli, si doveva anche la rapida ricostruzione della Cattedrale di Noto, per la quale abbiamo lavorato insieme, e tutti gli altri interventi efficienti e tempestivi, che lo hanno reso popolare. Gli italiani non sono disponibili a dare concessioni senza ragione, meriti e onori. Ho aggiunto che Bertolaso si è impegnato in Abruzzo, nei luoghi dove Berlusconi ha voluto essere presente per riparare alla diminuzione di immagine legata a questioni sessuali. Ed ecco Bertolaso, schiacciato sotto gli stessi argomenti, morbosamente ricercati.

Così ho difeso Bertolaso. Ma non mi aspettavo si arrivasse a rimproverargli anche il look, l’atteggiamento informale; perfino la felpa della Protezione civile, esibita da Bertolaso in uno stato di perenne disponibilità all’azione improvvisa, al pronto soccorso. Dovevamo vederlo tra le rovine dell’Aquila in giacca e cravatta? Anche la felpa è una colpa nella visione di Carlo Antonelli, che non è disposto a concedere nulla a Bertolaso. Troppo furbo, troppo sveglio, troppo informale. Bertolaso recita la parte di Bertolaso. E questo non va bene. Si deve dimettere. Chiunque può fare quello che ha fatto lui. Difficile non controbattere mentre Lidia Ravera, non accorgendosi della contraddizione, evoca la meritocrazia. In studio c’è Terry De Nicolò, che da Berlusconi non ha ottenuto nulla, se non sputtanamento, travolta dal fango dei giornali; e c’è la Serracchiani che, senza approfittare delle sue grazie, è arrivata al Parlamento europeo, immagino per il suo merito. Esattamente come Bertolaso.

Ma la Serracchiani non ha la felpa e non è disposta a concedere niente a Bertolaso. Nessun merito distinto. È semplicemente un disonesto. Io invece continuo a considerarlo un eroe e non ne vedo limitata l’impresa da massaggi più o meno erotici. E Silvia Truzzi, sul Fatto Quotidiano, nel tentare di smontarlo, ricorre al vocabolario, al Devoto-Oli, alla voce «eroe»: «Persona che per doti di virtù, coraggio o abnegazione, si impone all’ammirazione di tutti». La ringrazio. Mi pare una buona definizione di Bertolaso. Massaggio più massaggio meno (Vittorio Sgarbi)

 

Evidentemente conta più l’aspetto che la sostanza… e poi  detto da uno come Antonelli, che non mi sembra esattamente un maestro di eleganza….(vedi foto)


frase del giorno

La stupidità deriva dall’avere una risposta per ogni cosa. La saggezza deriva dall’avere una domanda per ogni cosa.
(Milan Kundera)


Lettera aperta di una persona seria

Lettera aperta alle donne e agli uomini della Protezione Civile

Da oltre una settimana, sono diventato oggetto di due diverse iniziative giudiziarie.

La prima, dei giudici del Tribunale di Firenze, che stanno indagando su di me per capire se sono corrotto, corruttore, amico di corrotti e corruttori ed anche se, grazie al mio ruolo, in questa veste di amico, conoscente, sodale con persone disoneste io ne abbia favorite alcune in cambio di denari, servizi e prestazioni sessuali.

Fin qui la magistratura. Nulla da eccepire a che la magistratura indaghi su tutti e chiunque, me compreso, perchè è il suo lavoro, perchè il controllo della magistratura è importante in un sistema democratico, perchè è giusto che chi commette reati venga indagato, poi se del caso imputato, giudicato e condannato o assolto. Discuto, invece, come tutti coloro che si sono trovati nella situazione nella quale ora mi trovo, sul sostanziale silenzio che sembra generale consenso che copre la diffusione di carte, registrazioni, documentazione raccolta dai magistrati a fini processuali, ancora ovviamente tutta da verificare, che arriva alla stampa e ai media.

Su questo fronte si apre la seconda iniziativa giudiziaria di cui sono oggetto. Da giorni i giornali titolano non sospetti su di me, ma certezze, pubblicano intercettazioni usandole non come elementi indiziari ma come prove di colpe commesse, di fatto dando una immagine complessiva della rete dei corrotti e corruttori, di cui sarei parte, magari non proprio protagonista, ma sicuramente parte.

Così a pagina 1 campeggia una mia fotografia e a fianco si racconta di tizi che ridono tra loro al telefono sulla sciagura in Abruzzo che darà per certo a loro occasioni di affari. In altra pagina un’altra mia fotografia accompagna articoli in cui si parla di Tizio e di Caio, delle loro telefonate, dei loro affari, dei loro comportamenti che li dipingono come l’ennesimo giro di furbetti malavitosi.

Tutto ciò avviene mentre la magistratura sta ancora, semplicemente, indagando, per capire se ci siano elementi per trasformare i sospetti in prove.

Il secondo procedimento giudiziario si chiama giustizia sommaria, si chiama fango gettato nelle pale del ventilatore, si chiama diffondere illazioni, interpretazioni, accuse, pseudocertezze, precondanne e stigmate di malavitoso addosso a chi non ha altro strumento per difendersi che la propria storia, la propria pretesa innocenza, l’inservibile appello alla verità. Nei processi mediatici la verità è l’ultima cosa che interessa, si cercano emozioni, pruderie, notizie sfiziose sui difetti, le debolezze, le leggerezze, ma soprattutto si cerca e si riesce, gettando fango, di sfigurare il profilo di ogni persona investita da questa tempesta provocata ad arte. L’innocente e il colpevole diventano irriconoscibili, sotto la maschera inzaccherata, e l’accusa trionfante diventa il verdetto: "Sono tutti sporchi uguale!".

Ho provato, in questi giorni, l’angoscia, il senso di ingiustizia, di devastazione, di perdita totale e senza eccezione delle tante persone che abbiamo soccorso dopo che le loro case erano state invase da fiumi di fango. Ti guardi intorno e vedi che ogni cosa della tua vita è sommersa, ricoperta da una patina untuosa e maleodorante. Se ti sposti, da lì, incontri lo sguardo tra la compassione per il disastro, il disappunto per la tua presenza sporca, un brivido di distinguo, di diversità soddisfatta che separa chi guarda da chi è stato colpito.

So, per averlo convissuto troppe volte, che chi è vittima di una catastrofe – in altri tempi avrei detto "naturale o "antropica", e sapete bene la distinzione; oggi dico azione con intenti distruttivi premeditata e voluta – ha come primo bisogno di esser tolto dal fango, poi di essere aiutato a smaltirlo, poi aiutato a pulire ciò che si può pulire e a gettare ciò che si è rovinato in modo

 

irrecuperabile. Dopo comincerà il percorso verso il "rientro alla normalità", che come ho sempre detto non è mai un ritorno, perchè al prima non si torna mai, ma un viaggio difficile e incerto verso una normalità diversa e nuova, che bisogna volere e cercare evitando la trappola di immaginare che il tempo, andando avanti, possa fare il miracolo di tornare indietro.

Il processo della magistratura comincerà quando i magistrati vorranno e avranno elementi per decidere. Nei loro confronti, in attesa delle loro domande e delle loro conclusioni, non ho problemi a passare il tempo per raccogliere i tanti elementi che possono facilmente dimostrare la mia estraneità ai fatti.

Il processo mediatico, gestito al di fuori di ogni regola del diritto, se non quello preteso e finora ottenuto dai giornalisti di essere liberi di pronunciare sentenze – se non di colpevolezza, di indegnità morale, cosa ancora più grave – non si può affrontare illudendosi che bastino elementi di verità a fermare il fango. Il danno c’è stato perchè sono stato oggetto di voci, dicerie, illazioni, sospetti non dimostrati e non dimostrabili. "La calunnia è un venticello…": se è arrivata ad essere aria d’opera lirica questa verità sulla maldicenza e sul giudizio sommario emesso sulla moralità e dignità di una persona ha storia troppo lunga per trovarmi impreparato.

Come un alluvionato, mi trovo a patire sofferenza, rimpianti, strazianti ricordi e a misurare con la mente l’abisso che un semplice fatto ha scavato tra la mia vita normale e questi giorni di pubblico ludibrio, di autorizzazione data a chiunque di sentenziare su di me e sul mio operato.

In più, il fango nel ventilatore e coloro che a secchi alimentano questa operazione, colpiscono senza alcuno scrupolo non solo la vittima designata, ma anche tutte le persone che costituiscono la rete dei rapporti di vita di ciascuno, la moglie, i figli, i parenti, gli amici.

Nel mio caso, anche le migliaia di persone che lavorano nella Protezione Civile italiana, specie coloro che vi si impegnano da volontari, che inevitabilmente si accorgono che qualche schizzo di questa tempesta puzzolente arriva anche sulle loro uniformi.

Allo stato delle cose, non posso che dirvi la mia rabbia, il mio dolore, la mia sofferenza per questo modo di travolgere tutto in nome di un preteso diritto a veder chiaro, a scovare i colpevoli e linciarli, sputtanandoli per toglierli di mezzo.

Questo è il senso dell’operazione contro di me, questa la causa del malessere e della pena che anche voi vivete.

"Bertolaso, il nostro Capo, un pezzo di merda così? Come abbiamo fatto a non accorgercene, come abbiamo fatto a impegnarci con tutte le nostre energie senza sapere di essere solo figuranti in una commedia dove ben altri, protetti e coccolati, erano i veri protagonisti di un sistema distorto, costruito apposta per dare benefici a chi proprio non li meritava". Sono questi pensieri che considero possibili ed anche legittimi, da parte di chi ancora crede che sia verità ciò che viene raccontato in televisione.

Se fossi accusato di un reato preciso, circostanziato, tutto sarebbe più facile. In questa vaghezza, in questo accostare la mia faccia a chiunque abbia potenzialmente compiuto reati o ci abbia provato, in questo pretendere che un pezzo di telefonata registrata dimostri e sia prova di cose mai avvenute, come le mie avventure di sesso con una fisioterapista che semplicemente dava sollievo alla mia cervicale con una grande professionalità o i miei focosi incontri ravvicinati con una signora brasiliana che non ho mai avuto l’occasione di avere tra le braccia, non sai come fare ad evitare che la tempesta si chiuda, almeno, solo su chi è sospettato di esserne parte, senza arrivare ad un intero sistema che ha, come unica colpa, quello di essere efficiente, capace, pronto, disponibile e generoso come nessun altro al mondo.

 

Sento la responsabilità di avervi trascinato in una vicenda di incredibile squallore e tristezza.

Questa la situazione. Come andare avanti?

Con un ritorno alla normalità, per me e tutti noi, che sia migliore di quella di prima.

Posso accettare di tutto, ma non di essere linciato dando ragione a chi si diverte a gettare fango. Se il Governo mi chiede di lasciare i miei incarichi, la mia valigia è pronta come al solito. Ma se non me lo chiede il Governo, io resto al mio posto, lavorando per primo a ripulire dal fango la mia persona, la mia casa, i miei amici e il mio mondo, che non ho mai infangato e non ho mai tradito.

Ho scommesso la mia vita sul servizio al mio Paese, ho scommesso i miei anni a capo del Servizio Nazionale come un patto di fiducia tra noi e i cittadini, che ho sempre onorato.

Mi batterò per la verità, anche se non interessa a nessuno, tranne che a me, alla mia famiglia e a molti di voi.

Errori, mancanze di controlli, gente che ha lavorato con noi in modo disonesto: mi considero parte lesa, non coimputato o colpevole, come mi considero fin d’ora responsabile di qualche possibile errore ed omissione. Errori ed omissioni che, se ci sono stati, rappresentano errori e omissioni di uno che non è mai stato e non ha mai voluto essere Superman, rappresentano errori e, fino a prova contraria, non reati, congiure, atti intenzionali e voluti.

Resto al mio posto, con la speranza di avere presto, prestissimo, ieri, la possibilità di ricominciare dalle priorità vere del mio e vostro lavoro. Oggi dovrei essere in Calabria, sul fronte della frane, non in Parlamento a discutere di un falso, come la privatizzazione della Protezione Civile, che non ho mai voluto e proposto. Il Governo ha deciso lo stralcio della norma che ci autorizzava a creare una società di servizi, per intervenire in modo assolutamente sicuro e garantista nella gestione di grandi commesse, per evitare una volta per tutte di dover mettere insieme squadre non del tutto verificate nella attendibilità dei loro componenti, dotando la Protezione Civile di uno strumento operativo in più, come già avviene in molte Regioni italiane. Nessuno si è stracciato le vesti in difesa della democrazia quando l’Emilia Romagna si è dotata di uno strumento del tutto analogo a quello che avevo proposto di creare.

Niente da fare e spiegare, sono stato accusato di vendere ai privati la Protezione Civile. Vergogna a chi ha dato per buona questa balla, sentendosi per di più onorato e fiero per essere protagonista di una "battaglia democratica" del tutto inventata. Ben altri sono i problemi della democrazia, a cominciare dalla mancata assunzione di responsabilità dei tanti che adesso tuonano contro di me per i grandi eventi e fino a ieri erano fuori dalla mia porta a chiedere il mio sostegno per dichiarare grande evento questa o quella iniziativa.

Basta fango. Ho una qualche esperienza nella gestione delle emergenze, so bene che dopo una scossa ce ne saranno altre, so bene che dopo una colata di fango, se il meteo non cambia, non è detto che sia finita. Ma so cosa significa mettere in sicurezza, so il valore di ciò che ho fatto insieme a voi, so benissimo cosa significa una tempesta mediatica, so cos’è un’operazione politica condotta mirando a Caio per colpire Sempronio. Sono decenni, non mesi, che assumo incarichi pubblici di responsabilità. Non sono un amichetto di nessuno – forse questa è la mia colpa principale -, né scelgo i miei "intimi amici" con i criteri dei pretesi maestri di giornalismo, che ieri riconoscevano almeno in parte le mie ragioni senza rinunciare a condannarmi per le mie frequentazioni, delle quali nulla sanno e nulla gli interessa sapere. Oggi dalla stessa fonte dovrei apprendere le competenze della Presidenza della Repubblica, a me evidentemente sino ad oggi ignote, aggiungendosi al coro stonato di chi pretende le mie dimissioni.

 

Le dimissioni le ho date, sono state respinte. Ho detto chiaro e tondo chi considero autorizzato a richiedermele in ogni momento, dichiarandomi a priori disponibile a ripresentarle immediatamente. Con questo nego a chiunque altro il piacere di essere preso in considerazione da me su questo argomento, che non mi riguarda perchè trasformato in questione di rapporti tra partiti in campagna elettorale. Non mi occupo di queste questioni, finché dura la colata di fango debbo occuparmi di questo, non appena potrò avere il respiro necessario tornerò all’agenda dei miei impegni, che non sono mai stati e non sono nelle alcove di chi ha scelto una vita facile ma in giro per l’Italia al fianco di chi la Protezione Civile sa cos’è e la pratica tutti i giorni.

Se hanno voluto togliermi onore e dignità, sappiano che queste sono risorse personali che ciascuno di noi si è costruito con scelte di vita compiute da lunga data e riconfermate ogni giorno. La mia dignità, il mio onore non sono di carta, non sono immagini, non sono dicerie. Il fango le sporca, le deturpa, non le cancella e non le corrode.

Mi auguro che quanti di voi mi hanno incontrato capiscano bene ciò che sto dicendo, ne sentano la verità nel profondo, perchè bisogna essere come il mare, in questi casi, sconvolto dalla tempesta in superficie e ancora calmo, come sempre, qualche metro più sotto.

Se, nel tornare alla normalità, quella migliore di ieri che dobbiamo avere come obiettivo, mi verrà consentito di fare passi indietro e dar corso, finalmente, al mio progetto di fine anno di lasciare in altre mani il timone della Protezione Civile per andare in pensione, lo farò volentieri. Ma a condizione che vi siano tempi di pace e non una emergenza, anche solo mediatica, che coinvolge il buon nome dell’intera Protezione Civile. Ho la pretesa di lasciare stringendo la mano a ciascuno, guardandolo negli occhi. Nessuno mi chieda di fuggire, non lo farò.

Faccio mia la sofferenza di tutti coloro che si sentono colpiti ingiustamente per questo attacco forsennato e squallido che mi riguarda e, da questo patibolo che non ho scelto né meritato, vi saluto con tutto il mio affetto e la mia fedeltà al patto di rispetto e di onore che ci ha permesso di realizzare qualcosa di buono, molto buono, troppo buono per non suscitare tempeste di fango.

Buon lavoro a tutti.

Roma, 16 febbraio 2010

Guido Bertolaso


Frane

Sono favorevole alla costruzione del ponte sullo stretto di Messina, ma dati i recentissimi fatti accaduti in Sicilia (San Fratello) e Calabria (Maierato), non sarebbe meglio procedere prima alla sanificazione dei versanti montuosi ed al riassetto idrogeologico del territorio?
 

giornata mondiale del gatto

Dedicato agli amici gatti….
 
Una poesia….
 
La gatta di Corfù
Ci saranno anche loro, verranno proprio tutti?
Verranno tutti con le code diritte a strisciarmisi alle gambe
A far le fusa sulle mie ginocchia?
Loro sì che mi mancano ogni giorno,
ci saranno anche loro?
Se c’è Dio
e se è Bontà infinita
a ciascuno di loro appresterà il proprio Paradiso.
Ci saranno anche loro tutti quanti?
(Nikos Dimou)
 
un video

(purtroppo Casper è stato recentemente investito durante uno dei suoi "pellegrinaggi". Spero che nel paradiso dei gatti possa esserci un autobus tutto per lui.)
 
un paio di notizie
 
In Cina verrà vietato il consumo di carne di gatto e di cane, mente in Italia è stato allontanato dal programma "la prova del cuoco" il celebre Bigazzi, in quanto aveva proposto la ricetta del gatto in umido.

frase del giorno

Lo specchio riflette in modo esatto: non commette errori perché non pensa. Pensare significa essenzialmente commettere errori.
(Coelho)


Via Padova

 

Quando ci rechiamo a Milano, risiediamo in una traversa di viale Monza.

Sia questa arteria che via Padova si dipartono da piazzale Loreto e confinano ambedue con il parco Trotter, zona in cui nelle ore diurne i genitori portano i bambini a giocare alla città del Sole, ma non appena arriva l’imbrunire diventa un posto poco raccomandabile anche perché frequentato da varie etnie di persone e bande di sfaccendati

Non mi sono quindi stupita nel vedere la battaglia che si è scatenata la scorsa giornata tra sudamericani ed egiziani. Era una cosa che andava maturando giorno per giorno, in quanto si sono accorpate persone delle più disparate etnie, con usanze, tradizioni, religioni differenti. In comune hanno solamente una grande mancanza di istruzione e poca voglia di integrarsi ed accettare le nostre regole di vita.

Ma è inutile che adesso Bersani rigiri la frittata, incolpando il Governo di questa situazione: sono sempre stati i governi di sinistra a permettere una immigrazione incontrollata con le conseguenze che oggi vediamo.

La zona la conosco abbastanza bene e mi sono resa conto di persona che è una polveriera. I negozi italiani mano a mano stanno chiudendo tutti. Gli appartamenti vengono affittati ormai solamente agli extracomunitari. I pochi residenti autoctoni ormai sono come le mosche bianche e la sera hanno perfino paura ad uscire. Certe volte pure noi, tornando alla sera con la metropolitana, ci rendiamo conto di essere gli unici italiani, e qualche momento non nascondo di provare un poco di timore.

Non si risolve tutto aumentando la forza pubblica: quello deve essere un rimedio temporaneo per fronteggiare le emergenze, come nel caso dell’altro giorno. L’importante sarebbe stato non far entrare queste persone, molte delle quali, almeno nella zona, ciondolano e vivono di borseggi e spaccio di droga. Qualcosa è stato fatto con i respingimenti attuati lo scorso anno. Lampedusa ormai è ritornata vivibile per i residenti. Speriamo….


pensiero del giorno

Libertà di pensiero è la “capacità di valersi del proprio intelletto senza la guida di un altro”

(Immanuel Kant)

Ma quante sono le persone che si lasciano costruire i pensieri dagli altri?


Un triangolo

 

Un triangolo eccezionale

Venezia….

Firenze…

Milano….

Venezia in quanto città natale di Carlo Goldoni, che ha dato lustro alla maschera di Arlecchino, la più importante nel panorama del teatro italiano

Firenze perché ha dato i natali a Ferruccio Soleri che, all’età di ben 80 anni calca ancora le scene in questa veste con un’agilità insospettabile per una persona della sua età, conquistando pure, recentemente, un primato nel Guinnes per gli oltre 50 anni in cui ha portato il personaggio di Arlecchino sulla scena, con oltre 2000 repliche del medesimo spettacolo (dal 1947)

Milano perché c’è il Piccolo Teatro di Giorgio Strehler che, pur essendo triestino, aveva Milano come città di riferimento, ed aveva adattato la maschera di Arlecchino nella commedia “Arlecchino servo di due padroni.”.

Un mix ineguagliabile con ingredienti sapientemente dosati, come in un buon cocktail, capace di trasmettere emozioni incontenibili.


veleni

 

Accecati dal livore, i rappresentanti dell’opposizione non si avvedono che, attaccando il dott. Bertolaso, perderanno sempre più consensi. Mentre è tutto da provare per quanto concerne la corruzione ed i favori sessuali (accuse che decadranno ben presto), le opere che il sottosegretario ha portato a compimento, in breve tempo e con competenza, sono sotto gli occhi di tutti. Il comportamento più spregevole poi l’hanno tenuto Marco Travaglio e Antonio Di Pietro con la sua IDV. Quest’ultimo politico poi con le faccende del figlio (indagato per corruzione, turbativa d´asta e abuso d´ufficio e mai dimessosi dalla carica di consigliere pur transitando in un gruppo misto– atto dovuto, però quanto meno strano dato che dell’integrità morale l’IDV ha fatto la sua bandiera), che in Campania sostiene un pluriindagato come De Luca, e con la questione della gestione dei fondi derivanti dai rimborsi elettorali che affluiscono ad una associazione gestita dall’ex magistrato e dalla moglie invece che al partito (come da denuncia di Occhetto e Veltri e da istruttoria della Corte dei Conti) non è in grado di dare lezioni di moralità a nessuno. Lo stesso Bersani ridotto, pur di avere consensi, a cagnolino al guinzaglio dello stesso Di Pietro, dovrebbe pensare a Iervolino e Bassolino come hanno conciato Napoli e come il tanto vituperato dott. Bertolaso l’ha ripulita (e tutto il mondo se ne è reso conto); ma nessuno ha chiesto le dimissioni di quei due incapaci. Travaglio poi credendo di fare lo spiritoso alla maniera del Grillo sparlante, fa infimi giochi di parole chiamando il sottosegretario una volta Bertoladro e l’altra Bertolaido. Si potrebbe fare altrettanto con lui chiamandolo, che ne so, tr_abbaglio, visto che sta toppando in maniera vistosa. Non scrivo altri epiteti per non mettermi sullo stesso piano di chi non ha altri mezzi per denigrare gli avversari politici che offenderli con termini quali "psiconano" ed altre amenità del genere (o de-generi).

L’unica cosa che mi conforta è ritenere che questi "mezzucci" non pagano, ma rafforzano invece la maggioranza in essere. Se ci fosse davvero un’opposizione cosiddetta "costruttiva", in grado cioè di proporre suggerimenti e soluzioni, sarebbe la benvenuta. Purtroppo così non è, ma non si lamentino poi della perdita di consensi: chi è causa del suo mal….


frase del giorno

Quanto più lontano stanno dagli occhi, tanto più vicini al cuore sono i sentimenti che cerchiamo di soffocare e dimenticare.
(Coelho)


festa?

Cosa spinge ragazzi 15/16 enni ad abbrutirsi con l’alcool fino ad entrare in coma etilico con la scusante del carnevale? Che razza di genitori hanno, da non sorvegliare questo lato della loro educazione e della loro salute? Anche questa mattina è dovuta intervenire la Croce Bianca per soccorrere alcuni studenti… Purtroppo l’etilismo è una piaga che colpisce la mia provincia, specie tra le persone di lingua tedesca, dove l’uso dell’alcool è diffuso fino dalla più tenera età.

bufale

E’ solo un’impressione. Non fa freddo….dicono tutti che c’è il global warming, il riscaldamento del pianeta…allora il termometro, che segna zero gradi, deve per forza essere guasto…Non c’è altra spiegazione
E lo scioglimento degli icebergs e dei ghiacciai? Forse è solo un effetto speciale cinematografico?
O è la solita bufala, come l’influenza suina ed altre amenità del genere?

privacy

Ricordo quando ci fu una grossa polemica quando si trattò di monitorare le città con le videocamere. Moltissimi gridarono che era un attentato alla privacy, che era impensabile di essere controllati minuto per minuto, ovunque ci si trovasse;  tirarono in ballo anche il Grande Fratello (quello di 1984 di Orwell, non certamente quello odierno della TV spazzatura).
Alla luce dei fatti recentemente accaduti, bisogna invece considerare quanti delinquenti abbiano potuto essere assicurati alla giustizia proprio grazie alle riprese televisive. Rapine nelle farmacie, pestaggi per la strada, attentati ed altro ancora. Solo negli ultimi giorni sono stati individuati ed arrestati gli assassini di una anziana tabaccaia e l’omicida di un altro negoziante orrendamente decapitato. A fronte di una piccolissima limitazione della nostra libertà (ma chi ha la coscienza pulita non deve ovviamente temere nulla), ci sono notevolissimi vantaggi in merito alla nostra sicurezza. Non servirà certamente ad eliminare i delitti, ma senza dubbio mano a mano che la pratica si diffonde, servirà in parte da deterrente.