La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

21 novembre 2009 Monza

Oggi si va a Monza…se ci riesce, magari ci scappa anche un giro in pista.

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Arrivare a Monza da Gorla, da quando ci sono i lavori sulla strada, è stressante. Ad un certo punto la carreggiata si restringe e forma un imbuto, dove si incanalano tutte le auto e si formano lunghe code.

Dopo Misano Imola e Mugello finalmente è stata la volta dell’autodromo di Monza. La prima cosa che stupisce è il contrasto tra l’atmosfera romantica del bosco che circonda il circuito, profumato di essenze muschiate ed avvolto da una leggera foschia

 e il rombo cupo delle auto che corrono in pista intervallato dal rumore secco delle frenate. All’entrata ci ha accolto il monumento ad Ascari, cui è dedicata anche una curva del circuito.

 

 Ci siamo registrati e siamo entrati al paddok. C’era anche una favolosa Gumpert Apollo… più che un’auto, un aereo senza ali….

    

   

  

 

di non so quanti cavalli, varie Lamborghini,

 Lotus,

 

Porsche,

 

Maserati e, naturalmente, Ferrari, ma anche qualche auto meno "nobile", come BMW, Audi e qualche Ford elaborata.

Prima abbiamo passeggiato sulle strade del bosco, per accedere alle varie tribune. Ad un certo punto, nei pressi della Lesmo, c’era anche una cascina diroccata,

con pecore, galline ed un micio socievole che si è avvicinato miagolando piano, in attesa di coccole. Altra passeggiatina per vedere la vecchia parabolica, ormai in disuso, alta e ripida quasi quanto un muro. Poi siamo andati direttamente al circuito, per me il più bello del mondo: speriamo solo che Roma non ci freghi il Gran premio d’Italia…sarebbe un delitto. Con Berto abbiamo fatto anche dei giri in pista sulla sua Porsche, roba da brivido, ma mai quanto le Lamborghini che sfrecciavano a velocità folle.

Verso le 17, all’imbrunire, è giunto il momento del ritorno. Un ultimo saluto alla costruzione illuminata e poi ritorno a Milano, dopo una giornata emozionante e  diversa dalle altre.

 

 

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