Sorelle Marinetti
Germania
Qualche giorno fa Mich mi ha domandato perché mi piace tanto la Germania e perché ci andiamo così spesso…
Non è che tutto mi piaccia di quel paese. Inizio con quello che non mi va: innanzitutto la cucina, beninteso non la loro, ma quando si ostinano a cucinare “italiano” quando di italiano non c’è proprio nulla. Quando ritorno a casa sono letteralmente in crisi di astinenza da spaghetti al pomodoro, fatti come Dio comanda, e non scotti ed affogati in una cosa brodosa che loro chiamano sugo. Per quello in Germania mangio solo le cose locali, che sono tra l’altro molto buone. Poi il caffè. Ormai mi sono abituata al caffè alla tedesca che, per colazione, può ancora andare bene anche perché hanno dei dolci semplicemente fantastici, ma vuoi mettere un buon espresso? Loro poi hanno anche la tostatura differente, più dolciastra, ed anche gli espresso (mooolto lunghi) che fanno loro hanno sempre poco aroma. Le insalate…premesso che le riempiono di cetrioli, che io aborro, te le presentano già condite con salsine varie, allo yoghurt e simili, con aceto di mele (non mi piace nemmeno l’aceto) e molto raramente olio di oliva. Per una che frigge anche con l’extravergine è un dramma.
Però la Germania è bella, piacevole da visitare. La gente non è affatto così fredda come si dice, anzi, sono molto cortesi e gentili e se ti vedono in difficoltà sono pronti ad aiutarti. Poi l’ordine e la pulizia…E’ l’unico paese, oltre all’Austria, dove ci si può recare nelle toilettes dell’autostrada senza timore di beccarsi qualcosa. Tutto è automatizzato, non tocchi niente con le mani: acqua, (sia del WC che dei rubinetti) funziona esclusivamente con sensori, così pure l’aria o le salviette di carta per asciugarsi le mani. Se poi si aggiunge il profumo e la musica, il quadro è completo. Allora penso ai servizi sulle nostre autostrade, dove spesso non sono nemmeno riuscita ad entrare il confronto è desolante.
Poi l’educazione della gente. Non si è liberi di fermarsi a chiacchierare sul marciapiede che già le macchine si fermano, non come da noi che ti arrotano anche sulle strisce pedonali. L’ultima volta confrontavo Amburgo con Milano: hanno pressappoco lo stesso numero di abitanti, ma Amburgo è un gioiello di pulizia ed ordine, case messe molto bene anche in periferia, e notare che è una città portuale, mentre Milano è degradata, con scritte e graffiti dappertutto, muri, vagoni della metropolitana, le scuole poi sono quelle messe peggio…Non parliamo dei treni, anche quelli locali: qui in Italia sono, purtroppo, affollatissimi, e spesso sporchi e maleodoranti, quando addirittura non sono infestati da simpatiche bestioline, e spesso in ritardo…Là invece ordinatissimi, puliti, ognuno ha il suo posto a sedere, puntualissimi nel partire e nell’arrivare. Il solo giorno in cui il treno, per cause non imputabili alle ferrovie (disinnesco di una bomba), non è arrivato in orario, non è passato il controllore, consentendo di utilizzare il biglietto nel viaggio successivo, senza fare code agli sportelli per domande di rimborso od altro…
Dulcis in fundo…la birra….la birra tedesca è semplicemente favolosa. Quelle locali, fatte in piccoli birrifici artigianali, non possono essere descritte, ma solo bevute ed assaporate, ed ognuna, a seconda della tipologia, ha il suo tipo di bicchiere: boccali di vetro spesso (Mass) oppure di ceramica
con il manico laterale per il tipo lager (amarognolo) che mantiene la birra fresca a lungo, oppure affusolati bicchieri di vetro fine della capacità di mezzo litro per le weizen, magari non filtrate (le mie preferite),
con la svasatura alla sommità chiusa per contenere al meglio la schiuma, oppure a calice, con il gambo, utilizzato per le birre più aromatiche. C’è poi lo stivale, (di varie capacità),
che spesso è utilizzato per giocare brutti scherzi ai non iniziati, in quanto è facile che trabocchi in faccia all’inesperto bevitore…
Cosa ne pensate?