La vita è sogno, soltanto sogno, il sogno di un sogno (Edgar Allan Poe)

c’è prete e prete….

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 Lo Spillo.it
 
 
set 18

italia-lutto
– tenente Antonio Fortunato, originario di Lagonegro (Potenza);
– primo caporal maggiore Matteo Mureddu, di Oristano;
– primo caporal maggiore Davide Ricchiuto, nativo di Glarus (Svizzera);
– primo caporal maggiore Massimiliano Randino, di Pagani (Salerno);
– sergente maggiore Roberto Valente, di Napoli;
– primo caporal maggiore Gian Domenico Pistonami, di Orvieto. 

Disclaimer

Lo Spillo.it è il sito personale di don Diego Goso. Potete diffondere, copiare, digerire o rigettare tutto il contenuto di questo portale, ma se siete onesti citate la fonte altrimenti Gesù piange. Questo sito è sempre commosso da chi si professa informatico e moderno e ha scoperto il computer l’anno scorso… Dal 1 AGOSTO 2009 LoSpillo.it "sopporta" (anche) Windows e le sue metastasi.

 

Per un mio percorso personale già da tempo sono agnostica, anche se invidio chi, per il tramite della fede, riesce a sopportare le durezze e le ingiustizio della vita ed ho il massimo del rispetto per chi crede. Ho quindi riportato qui sopra lo scarno ricordo dei nostri caduti fatto da don Guido Goso, che leggo spesso,  forse alla ricerca di un  cammino che ho smarrito. Niente retorica, niente parole "tromboneggianti", solo una preghiera per chi ci ha lasciato, che può essere di conforto a chi resta. Una bandiera abbrunata, come listato a lutto è il logo del suo sito.

Di tutt’altro "stile" il blog di don (?) Giorgio De Capitani, che gronda odio da tutte le parti, (un vero esempio di carità cristiana) che definisce mercenari fascistoidi i nostri caduti (NB: gli epiteti già postati precedentemente il prete li ha cancellati, sembra su richiesta della curia, tra l’altro aveva dato della testa di c…o a La Russa), un blog dove invece che di chiesa si parla di politica, naturalmente antigovernativa, uno schifo insomma. Un prete il quale, invece della tonaca che probabilmente non porta, dovrebbe indossare la jellaba, e recarsi in Afghanistan o nelle missioni, mentre se ne sta qui tranquillo nella parrocchietta della sua città di provincia (Lecco). Qui di seguito il suo intervento che potete trovare sul sito www.dongiorgio.it Non ho altro commento da fare.

La notizia è nota.  È andata su tutti i quotidiani, in tv, è rincorsa in tutto il Paese. Appunto, come una folgore.

Sei militari italiani, parà della Folgore, sono morti e altri quattro sono rimasti feriti in Afghanistan in seguito a un attentato kamikaze che ha colpito un convoglio della Nato sulla strada che porta dal centro cittadino all’aeroporto della capitale, Kabul.

Tutti hanno espresso rabbia, disapprovazione, con le solite parole di rito. Ipocrite. Come si fa a non imprecare contro gli attentatori, vigliacchi, delinquenti, ecc. ecc. ? Il nostro Ministro Ignazio La Russa – a cui evito l’epiteto dell’articolo precedente  che l’Avvocatura in persona della Curia m milanese mi ha costretto a cancellare, dietro velate minacce – è stato veramente efficace: “vigliacchi, infami, non ci fermeranno”. Contro chi l’onorevole (!) ha scagliato queste parole? Non lo sa nemmeno lui. “Non ci fermeranno”: ma dove vorrebbe andare il Ministro? Lo sapete voi? Io no.

Gli italiani, lo sappiamo, sono un popolo dalle lacrime facili, dalle emozioni immediate, pronti subito a parlare del milan o dell’inter. Ma si dicono cristiani, perciò dalla parte delle apparenti vittime, vittime di un sistema che le ha contagiate di una esaltazione paranoica patriottica.

Perché non riflettere seriamente?

Subito ci si lascia prendere dalla paura di essere tacciati di antipatriottismo o, ancor peggio, di quella anti-italianità che sembra la vergogna del miglior italiano.

Si ha paura a dire ciò che tanti pensano, proprio perché ci si sente addosso tutti i giudizi di un Paese che in certe occasioni, solo in certe occasioni, si sente in dovere di stare unito. Sembra che solo l’amor di Patria unisca gli italiani, non interessa se poi su tutto il resto si dividono fino a dilaniare la stessa Costituzione.

Perché, allora, non si ha il coraggio di dire che i nostri militari che si trovano nelle zone calde di una guerra non sono altro che mercenari, pagati profumatamente dal governo, cioè da noi, per svolgere un mestiere (perché parlare di “missione”, parola nobile da lasciare solo ai testimoni della carità?) che consiste nello sparare su bersagli umani, senza distinguere troppo se si tratta di bambini o di nemici armati?

Quanti bambini morti o feriti gravemente, effetti collaterali di quel brutto mestiere che si chiama guerra!

I nostri militari firmano, sanno quello a cui vanno incontro, vengono stipendiati, e perché allora idolatrarli quando ci lasciano la pelle?

Ma certo che sono persone, e che di fronte alla morte tutti meritano rispetto. Ma proprio tutti?

E chi piange i morti a causa della fame, della violenza, delle ingiustizie?

Perché onorare la morte di mercenari, quando ben pochi si ricordano dei veri testimoni della carità e della giustizia?

Chi si è ricordato e si ricorda di Teresa Sarti, moglie di Gino Strada? Una grande donna, altro che i maschioni fascistoidi della Folgore!

Perché a lei nessun riconoscimento dello Stato?

Lo Stato si è ricordato di Mike Buongiorno, e l’ha gratificato anche economicamente con un funerale di Stato, ovvero tutto a spese dei cittadini italiani.

Non parliamo della Chiesa che ha tributato al super-divorziato gli onori di un santo, con solenni esequie celebrate in quel Duomo che, se potesse parlare, urlerebbe tutta la propria rabbia. Perché due pesi e due misure?

Mercenari, sì, i nostri soldati, anche se, dicono, ormai si va verso un esercito di professionisti. In fondo, l’abbiamo voluto noi:  abbiamo lottato, anche con l’obiezione di coscienza, perché si potesse rifiutare il servizio militare. Ed ecco i frutti: un esercito di gente altamente specializzata per sparare “meglio”, per colpire “meglio” l’avversario.

E, infine, non ci si arrabbia al pensiero di milioni di soldati che nelle precedenti guerre mondiali sono morti, senza ricevere una lira, senza alcun riconoscimento da parte dello Stato? Poveri cristi: obbligati, pena il delitto di diserzione, ad abbracciare una divisa e andare in guerra. Per quale scopo?

E noi siamo qui a onorare dei mercenari?

 

 

 

 

 

  

 

 
 
 
 
 

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